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del Grassi i signori avv. G. Giuffrida Monaco e Anfuso. I signori Nani e Grassi si batterono in una stanza. Dopo il secondo assalto i secondi invitarono, inutilmente, le parti a conciliarsi. Al terzo assalto — secondo dice il verbale, stato presentato in ritardo alla Procura, perchè dopo il duello, padrini e medici si resero latitanti — fuvvi un vivace scambio di sciabolate ed all’alt, ripetutamente chiamato, non essendosi subito fermati i combattenti, i secondi misero, per separarli le loro sciabole in mezzo. Il Nani, che non si era fermato e che anzi impetuosamente erasi avanzato accusò, a un tratto, di essere stato ferito al fianco destro, attribuendo la ferita alla sciabola che il signor Giuffrida aveva messo in mezzo. La ferita, come risultò dall’autopsia cadaverica, essendo il Nani morto qualche ora dopo, era lunga più di 18 centimetri e aveva forato il diaframma, i polmoni, il fegato.

Sul fatto nacque fra i quattro rappresentanti una seria contestazione; chè da una parte riproduce il verbale — «i signori Amato e Migneco ribadirono l’affermazione del loro primo, riconoscendo altamente che solo per la massima scrupolosità del signor Giuffrida, avvenne l’accidente; dall’altra il signor Giuffrida dichiarò di non essersi accorto della ferita toccata al signor Nani e di credere difficile che la sua sciabola abbia prodotto quella ferita; che, in ogni modo, se così fosse stato, sarebbe dolentissimo che una sua eccessiva preveggenza, per garantire gli avversari, avesse prodotto un danno maggiore».

Al Nani furono fatti per iniziativa del Circolo Artistico, di cui lo sciagurato giovane era socio e consigliere, solenni funerali. Sul feretro erano bellissime corone: splendida fra tutte era quella del Circolo, e quella della famiglia Grassi, dei parenti cioè dell’avversario del Nani. Parlarono dell’estinto il comm. Dibartolo presidente del Consiglio di Disciplina e l’avv. Antonino Defelice.


Per non dare in ciampanelle tolgo dai giornali di Catania quanto segue: