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Ma la preziosa reliquia a nulla gli valse.

Intanto i padrini procederono alle formalità d’uso.

E, prima di comandare il fuoco, i signori Ranzanici e Romano, tornarono a pregare, se c’era modo di evitare il duello, a cui il colonnello Espina:

— Non ce n’è che uno; che il dott. Valentini s’impegni a pubblicare una ritrattazione esplicita su quanto ha scritto.

— Bravo, replica Ranzanici, ritrattare il vero per far trionfare il falso e rovinare un giornale....

— Che importa tutto ciò? — contesta il mite colonnello Espina — quando si tratta dell’onore e della vita di un uomo.

— Desidereremmo sentire il signor Torre..., esclama il signor Romano.

— Al duello!... gridò il Torre.

I duellanti occuparono il loro posto; il volto di Valentini era sereno.

Tranne che sulla fisionomia del colonnello Espina, raccontarono i presenti, indarno si sarebbe cercato un sentimento ostile su quella dei combattenti.

Nessuno più fiatò e all’ordine del colonnello Espina le due pistole spararono contemporaneamente.

La palla di Valentini, dicono, sfiorò il petto del Torre, (ma se si conficcò nel terreno due passi innanzi!); mentre quella del Torre colpì il povero Valentini al cuore!

— Bravo, Torre! Bene!... esclamò Valentini, e cadendo al suolo spirò in pochi secondi!

Torre, vedendo Valentini morto, scoppiò in pianto, talchè furono costretti a condurlo via1.


Ecco i verbali nel loro testo originale:

En la ciudad de Buenos Aires, á los tres dias del mes

  1. Pietro Torre, o Torres che sia, fu giudicato per questa uccisione dai tribunali argentini sulla fine di agosto 1898, ed assolto.