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propensi a scimmiottare gli stranieri — antepongono la sciabola alla spada nei duelli loro?
Ecco: la sciabola è un’arma più pericolosa della spada; questo è risaputo da coloro che di armi s’intendono; ma se è usata con intelligenza da ambo le parti, produce molto più effetto apparente della spada, e quanto e come questa produce in sostanza poco o punto danno.
Ed è per tale intelligenza, lo si sappia una buona volta, che i duelli sono tanto frequenti da noi. Se questa intelligenza reciproca mancasse: affè mia, pochi scenderebbero sul terreno per sembrare eroi, pur essendo notoriamente vigliacchi!
La sciabola s’impara a maneggiarla come si apprende a scrivere, a ballare, a correre in bicicletta, a nuotare: coll’esercizio. E quando, dopo averci perduto dietro un bel po’ di tempo, si è imparato a maneggiare l’arma da taglio e da punta, si hanno questi sicuri vantaggi: ci si muove e si salta in su e in giù pel terreno della pugna, senza inciampare e senza incespicare con un piede nell’altro; senza esporsi insomma a ruzzolare al suolo come un imbecille qualunque. Tranne il caso in cui l’avversario sia un potentissimo schermitore, non si lascia mai cadere l’arma a terra; ma la tiene salda così da colpire l’altro con taglio e non di piatto; da reggere alla parata con molta forza, ecc., ecc. Tutto questo e ben altro ancora nella teoria corre da sè liscio come l’olio; ma nella pratica le cose volgono ben diversamente, se i combattenti hanno dignità e fegato e non si adattano a fare la figura di un sur Panera qualunque. Allora la faccenda volge alla tragedia e, purtroppo, in tragedia involontaria si traduce talvolta la grottesca commedia di un duello.
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Un altro e molto importante elemento por giudicare sfavorevolmente i costumi della nostra società nell’apprezzare la personalità umana, lo troviamo nei centomila espedienti che dalla testa quadrata dei nostri legislatori scaturiscono contro la costumanza di duellare, ogni qualvolta una uccisione caval-