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padrini di suo fratello capitano e del conte Lamase, portò ai giornali del mattino i verbali dello scontro perchè li pubblicassero1, e quando il De Morès rimproverò al Mayer di aver commessa quella indiscrezione, il Mayer, che non aveva colpa, volle accettarne la responsabilità e consentì a battersi col De Morès; e il vero colpevole, questo signor Cremieu-Foà, lasciò che si battessero senza intervenire e dire ch’era stato lui a portare i verbali ai giornali».


L’autopsia fatta sul cadavere del capitano Mayer diede luogo ad altre scene strazianti colla famiglia di lui, che non voleva cederne il corpo e fece di tutto per opporsi.

L’autopsia venne fatta il sabato mattina all’Ospedale militare; durò dalle 8 alle 10 ½. Risultò da essa che la spada era penetrata per 30 centimetri nella gabbia toracica, perforandola nello spazio fra la 2.ª e la 3.ª costa sulla linea ascellare anteriore: e dirigendosi d’alto in basso, la lama aveva attraversato i due lobi, superiore e posteriore, del polmone; era scivolata sulla 8.ª vertebra dorsale e si era fermata sulla 9.ª: il che solo aveva impedito che il capitano venisse passato da parte a parte.

Poi il cadavere dell’infelice venne ricondotto a casa.

I funerali ebbero luogo all’indomani, alle 3 del pomeriggio, e secondo il rito ebreo, il corpo fu direttamente portato al cimitero.

Assistette gran folla, ma non verificaronsi incidenti di sorta.

Il processo contro l’uccisore del capitano Mayer si svolse alle Assise della Senna, nell’agosto successivo. Fu piuttosto breve, sommario e il De Morès fu assolto.

  1. Dalla nota che riproduce la testimonianza del signor Grenier, si rileva l’ingiustizia e la falsità di questa censura.