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Il tenente era assistito dal capitano del 67.° fanteria Macchi e dal tenente del 68.° De Tullio; il Contarini da Giovanni Noè e dal signor Parlavecchio.

Furono scambiati due soli colpi. Al secondo il tenente Dosi colpito alla tempia destra, brancolò, girò su sè stesso e cadde a terra, come corpo morto.

A nulla valsero le cure affettuose de’ medici e dei rappresentanti; perchè adagiato, su una barella, spirò prima che giungesse allo ospedale militare.

All’inaspettato annunzio la emozione fu grande in tutta la cittadinanza e la camera, ove vegliato pietosamente dai compagni d’armi giaceva esanime il Dosi, fu la meta di un pellegrinaggio per tutti coloro che avevano mite il cuore.

Al duello tenne dietro un funerale imponentissimo; una di quelle manifestazioni solenni per numero, qualità e contegno che una città di coscienza, può fare in un momento di ribellione contro un barbaro uso di uccidere legalmente un ottimo cittadino».


Più tardi, il 4 giugno 1892, si fece il dibattimento, nel quale il Tribunale pronunciò la condanna del Contarini a cinque mesi di detenzione, assolvendo i padrini.

Chi si occupò di verificare se il genere del combattimento era regolare o eccezionale; se era conforme o meno alle prescrizioni del codice cavalleresco e di quello penale, perchè fosse considerato e trattato alla stregua di un duello?


1892 (9 Marzo). Barcich-Schäedle. — Per chi non lo sapesse, a Fiume esiste una Società di Veterani di cui all’epoca di questo duello era presidente il signor Edoardo Schäedle.

Dalla causa che determinò il duello fatale, pare che la Società dei Veterani di Fiume non godesse la simpatia dei