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tare una conciliazione; ma sempre invano, perchè allo Zaccone brucia ancora la gota percossa.

Il 14 agosto (1889), alle sette di sera, i due allievi si trovano a Saliceto-Panaro, ove, assistiti da quattro colleghi, impugnano la sciabola e si attaccano con violenza. Al secondo assalto il giovane Triberti riceve una ferita al collo, che gli recide i grossi vasi, provocandone l’immediata morte; lo Zaccone constata di essere rimasto ferito leggermente alla spalla destra.

Il cadavere del giovanetto venne subito portato nella camera mortuaria del vicino villaggio.

Più tardi si fece processo; lo Zaccone fu condannato a sei mesi di confine a Parma; ma in appello (18 dicembre 1889) la pena venne ridotta a due mesi di confine a Chiavari!


Nel novembre 1889 il direttore del giornaletto Forbice, Antonio D’Anna in seguito a polemica, schiaffeggiò il collega del Caporal terribile, Giuseppe Zitello.

Un duello alla pistola fu riconosciuto necessario, e nei pressi di Palermo, a Verdesi, al terzo colpo, il direttore del Forbice, colpito all’occhio destro, cade fulminato al suolo.

È inutile aggiungere che dopo il combattimento gli avversarî non si strinsero la mano!

Ma tra le sue braccia la giustizia strinse lo Zitello e il capitano d’artiglieria Galassi e il rinomato maestro Franco Vega, e i padrini del defunto D’Anna, capitani de’ bersaglieri Giuliano e Scarfaro.

Il 19 luglio cominciò al tribunale penale di Palermo il processo contro Giuseppe Zitello, contro il barone Giovanni Patti, e contro Franco Vega maestro di scherma, imputato il primo di omicidio in duello contro Antonio D’Anna e gli altri come secondi del Zitello per istigazione al duello.

Furono interrogati gli imputati e sentiti i capitani dei bersaglieri Scarfaro e Giuliano padrini di D’Anna.

Il pubblico ministero concluse ritirando l’accusa, per