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la causa involontaria di non volute uccisioni nel campo cavalleresco.

Aveva ben ragione A. Karr di sentenziare, che in duello non sono le pistole o le spade che uccidono, sibbene i padrini per la loro fenomenale ignoranza per tutto ciò che ha rapporto alle vertenze d’onore.

Dall’atto d’accusa si rileva:

«Habert costituì a padrini i signori X** e L**

«X** avrebbe dovuto, in tutti i casi, declinare il mandato che gli veniva offerto, perchè aveva rancore contro Dupuis, avversario del suo mandante, non trovandosi nelle condizioni desiderabili di neutralità e d’imparzialità per tentare una conciliazione, che le circostanze rendevano necessarie.

«Ed è lui, infine, il nemico di Dupuis, che senza riguardo, accetta la direzione del combattimento».

È vero, però, che una proposta di conciliazione fu fatta; ma sul terreno al momento di comandare il fuoco, come risulta dal verbale di seguìto scontro!


1889. Panioutine-Lazareff; Tégalmy e il ciclista; il principe Baltazzi e il conte Hoyos; Pierotti e Belz de Villas; Triberti-Zanone; Antonio D’Anna e Zitello; Borba e Compagno. — A Pietroburgo, nel gennaio 1889, si svolse un processo per duello che aveva sollevato straordinaria emozione nell’aristocrazia russa.

Nell’estate 1885, alle acque di Kislowodski, celebre stazione balnearia del Caucaso, frequentatissima dalla high-life russa, il capitano Panioutine, uno dei più brillanti ufficiali della nobiltà di Pietroburgo, s’innamorò della signorina Nina Lazareff, figlia del generale vincitore di Kars nella campagna del ’77. Il capitano innamorato cotto confessò alla bella e gentile Lazareff, che questa passione gli aveva fatto dimenticare la principessa O**, della quale era già fidanzato.

La voce che il capitano Panioutine e la signorina La-