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a smentirci, dovessimo pur restar soli a ripeterlo, noi diremo sempre: Parrini fu assassinato!»


Al Pancrazi rispondevano nel Fieramosca del 25 luglio 1884, i quattro padrini:

Alle voci infami e calunniose, che bassamente si fanno circolare per render grave la situazione di gentiluomini, che hanno compiuto con tutta coscienza uno dei più delicati e dolorosi doveri, rispondiamo, per ora, pubblicando i verbali per far conoscere intiera la verità:


Firenze, 18 luglio 1884 (ore 3 pom.).

In seguito ad una corrispondenza da Firenze alla Gazzetta d’Italia, del 16 luglio corrente, nella parte che riflette il processo Venturini, avendo il cav. Eugenio De Witt riscontrato delle frasi a lui ed al proprio padre atrocemente ingiuriose, questa mattina lo stesso signor De Witt ha atteso il cav. prof. Cesare Parrini, corrispondente fiorentino della Gazzetta d’Italia, all’ingresso della Direzione del Fieramosca, chiestogli se egli era il cav. Parrini, avutane risposta affermativa e declinato il proprio nome, lo ha percosso sul viso.

Conseguentemente il cav. prof. Cesare Parrini ha incaricato i sigg. conte Giovanni Arrivabene e cav. dott. Gaetano Malenotti di chiedere una riparazione colle armi al signor cav. De Witt e questi, accettando, ha incaricato i suoi amici avv. prof. Angelo Muratori e Giovanni Montepagani di rappresentarlo nella vertenza.

Dietro di che i sottoscritti si sono riuniti a ore 4 pom. di oggi in una sala dell’Hôtel Cavour, e dopo aver esaurito ogni mezzo onde por termine alla vertenza mediante amichevole conciliazione, hanno stabilito di comune accordo di addivenire ad una partita d’onore, scegliendo per arma la sciabola ed alle seguenti condizioni: