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Ho detto che i giornalisti sono in prima linea. I duelli dei giornalisti si dividono in due grandi categorie: duelli tra giornalisti, e tra giornalisti e privati. Nell’esercizio indipendente ed imparziale (!!!) di un ufficio, che è sindacato continuo di tutto quanto accade giornalmente nella vita pubblica di un paese è facile, anzi facilissimo, che la critica e la censura, per quanto aliene da personalità, abbiano da incappare nella suscettività più o meno legittima di questo o di quel cittadino. Il quale crede, o almeno finge di crederlo, che sfidando a duello l’articolista o il direttore del giornale, la ragione a lui venga col treno lampo o per telegrafo, anche quando ha torto. Ma se il giornalista coscienziosamente ha adempiuto al proprio ufficio, denunciando all’opinione pubblica un errore, o un abuso, senza scopo di scandalo, senza l’impulso di personale malevolenza, perchè accetta, invece di respingerla, la provocazione cavalleresca? O non s’accorge che, accettando, riconosce implicitamente nel privato cittadino la facoltà di menomare la libertà di stampa e di discussione?
O quanto il giornalista ha detto è vero, o non è vero. Se è vero, perchè cede alle prepotenze altrui? E se non è vero, perchè onestamente non rettifica senza attendere lo spauracchio di un duello? Se accetta la sfida, — e l’accetta quasi sempre — egli ha un bell’accumulare riserve nei verbali regolatori della questione d’onore, in pro’ del diritto del pubblicista! Con la sua accettazione egli ha annullato in fatto quello che teoricamente dichiara, e crea un positivo ostacolo alla libertà di discussione avvenire, e cioè: finisce per darsi la zappa sui piedi e contribuisce largamente all’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, al duello, testimonianza di una specie di sovraccitazione morbosa, che raggiunge il massimo della sua intensità nei periodi più caldi dell’anno1
- ↑ Infatti l’autunno registra un minor numero di duelli che l’inverno; questo che la pirmavera; e la primavera che l’estate. Eccone una prova, visto che le cifre e l’aritmetica non sono una opinione. Dal 1 giugno 1879 al 1 luglio 1895 in Italia s’ebbe notizia di