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Fin qui, nulla di scorretto. Però, alla sera, Arcier era di già giunto in cantina e si disponeva a pranzare, quando giunsero gl’invitati. Si alzò, piegò il tovagliuolo e sortì.

Alla colazione del giorno seguente sorsero biasimi sul contegno dell’Arcier, che dai compagni veniva accusato di un atto assai scorretto; tanto più che la posizione finanziaria dell’Arcier non gli concedeva alcuna attenuante per la maniera con la quale erasi sottratto all’obbligo, che la tradizione e lo spirito di corpo imponeva a tutti i colleghi.

Furono scambiate parole agro-dolci e l’Arcier, non sapendo come cavarsela, ne fece rapporto all’ajutante maggiore di settimana.

Questi lo consigliò a domandare una riparazione e, all’osservazione di Arcier, ch’egli non poteva battersi con tutti i suoi colleghi, l’ufficiale rispose che scegliesse uno tra i colleghi che lo avevano censurato.

Arcier scelse il più anziano, Hanër, che era uno de’ suoi migliori compagni, e le loro famiglie legate da antichi rapporti di amicizia. Il colonnello Zurlinden1 fece quello che fanno tutti i colonnelli in simili contingenze, autorizzò lo scontro.

Il resultato fu fatale. Il duello doveva essere a primo sangue, perchè la causa non valeva la pena che si andasse più in là.

Hanër fu toccato per primo all’avambraccio; ma come il sangue non colava, i testimoni decisero che il combattimento dovesse continuare. Cattiva ispirazione, invero! Alla seconda ripresa, Arcier, colpito in pieno petto, si piegava sulle gambe e cadeva morto.

Da prima circolarono chiacchiere inverosimili. Dicevasi che Arcier era stato trapassato da banda a banda; che il polmone destro era stato trafitto dall’arma, e simili cose. Era una disgrazia irreparabile, della quale l’avversario non doveva ritenersi responsabile; i combattenti erano andati a fondo simultaneamente e si erano cozzati con le armi.

  1. Fu poi generale, Ministro della guerra, comandante militare di Parigi e.... partigiano dell’antidreifusismo.