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della Legione d’onore, è un vecchio amico degli Assalin, che racconta gli incidenti della sua missione con abbondanza di parole.

— Ho fatto quanto ho potuto, egli dice, perchè la vertenza non avesse un seguito. Spiegai in via privata al signor de Saint-Victor il significato che Asselin intendeva dare alla parola vile e gli chiesi di ritirare la sua lettera ingiuriosa. Vedete, che ho cercato di versare acqua sul fuoco. Saint-Victor esigeva che Asselin ritirasse formalmente la parola vile, e non potendoci accordare, ci ha messo in rapporto co’ suoi rappresentanti, intendendo di battersi con la sciabola, come aveva di già fatto capire all’Assalin. Benchè si reputasse l’offeso, Assalin lasciò all’avversario la scelta delle armi. Quanto a me, giudicando l’arma molto pericolosa, feci venire da Parigi due sciabole da duello, meno terribili della sciabola di ordinanza degli ufficiali di fanteria. Avevo fin’anco raccomandato all’armaiuolo di arrontondare la punta ed il taglio (!). Disgraziatamente, Assalin inconvenientemente provò una di queste sciabole, ciò che m’impedì — per delicatezza — di portarle al Saint-Victor, che del resto preferiva quelle d’ordinanza. Ciò nonostante, sul terreno, prevenuto da alcuni ufficiali del pericolo che presentavano tali armi, avevo portato le sciabole da me ordinate e proposi ai padrini di de Saint-Victor di farle provare al loro amico, ciò che avrebbe stabilito eguaglianza tra i due avversari. I rappresentanti di de Saint-Victor rifiutaronsi, opinando essersi sino dal giorno precedente esaurito l’incidente. Chiesi allora che fosse messo termine al duello alla prima ferita.

Il presidente a questo punto legge il verbale di scontro.

Art. 1.° — A richiesta del signor De Saint-Victor l’arma scelta è la sciabola d’ordinanza degli ufficiali di fanteria.

Art. 2.° — Ciascun avversario si provvederà delle armi, che saranno tirate a sorte sul terreno....

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Art. 6.° — I testimoni si riuniranno alle sei del mattino, alla estremità del viale dell’Épousée, nella foresta di Planoise.