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confusero con ragioni e argomentazioni speciose, strappando bellamente loro tutti i diritti, che al signor Feuilherade garantivano le consuetudini cavalleresche.

Infatti uno dei padrini di quest’ultimo, interrogato dal presidente delle Assise della Senna (agosto 1876) confessa ingenuamente «di aver accettato l’inserzione sul verbale di parole molto esagerate»; mentre un testimone dell’Ollivier al presidente che domanda:

— Perchè avete inserito nel verbale le parole gravemente offeso, mentre sapevate, che per una causa di simil natura l’onore non c’entra per nulla?

Risponde:

— È vero; le parole «gravemente offeso» erano troppo forti; ma spettava ai testimoni del Feuilherade di opporvisi. Infine, bisogna bene che ciascuno reciti la sua parte. Noi avevamo ricevuto il mandato dall’Ollivier di ottenergli questo privilegio....

Sul terreno erano state portate alcune paia di spade da ciascuna parte. La sorte indicò quelle portate dal Feuilherade; ma i testimoni d’Ollivier non avendole trovate abbastanza acuminate, le respinsero e furono sostituite con quelle dell’Ollivier, contrariamente alle leggi d’onore.

Alla terza ripresa Ollivier va a fondo con una impetuosità estrema, attaccando senza curarsi di rimaner coperto; di conseguenza s’infilò e morì.

Il cadavere fu trasportato a Longwy per esservi imbalsamato.

In allora i medici constatarono, con grande loro meraviglia, che la parte destra dell’addome era protetto da una cintola munita di mia corrazzetta di circa 25 centimetri, capace di arrestare il più formidabile colpo di spada, senza che somigliasse a quei cinti in uso presso coloro che sono affetti da ernia; nè l’esame scrupoloso rilevò che l’ucciso soffrisse menomamente di tale infermità.

In grazia a questa corazza di nuovo genere, Ollivier, premunito da ogni pericolo nelle parti più pericolose e basse del suo corpo, coperto nelle linee alte dalla guardia, era pressochè sicuro di non esporre la pelle; ma, come il dia-