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diverbio; ma se la causa era futile, lo scontro fu serio, perchè lo Sciacca vi perdette la vita.


1874 (6 gennaio). Falevolti e marchese Ridolfi. — La sera del 6 gennajo del 1874, a Firenze non si parlava d’altro:

«Falevolti è morto!».

«Ridolfi ha ucciso in duello Falevolti!»

I commenti più svariati succedevano ai commenti più stravaganti e tutti si chiedevano:

— Come mai il marchese Cosimo Ridolfi, che non sa tenere un’arma in mano, ha potuto uccidere il Falevolti, formidabile schermitore?

Il duello aveva tratto origine da un diverbio sorto tra alcuni spettatori del loggione del teatro della Pergola, troppo eccessivamente entusiasti di un certo ballo, e alcuni giovani eleganti della cosidetta barcaccia, da dove si suppose che fosse partita un’ingiuria all’indirizzo di coloro che si distinguevano nel focoso entusiasmo. Terminato lo spettacolo, i fanatici ammiratori delle danze e delle ballerine, aggredirono e percossero un marchese, ritenendolo autore della supposta ingiuria. Ma constatato l’errore enorme, all’indomani gli aggressori andarono a chiedere scusa al marchese percosso: T. de N. — Tra questi, chi si riteneva maggiormente offeso, era un certo Luigi Falevolti. Sotto l’irritazione della supposta ingiuria, l’irritato Falevolti credette opportuno di mandare a chieder ragione dell’insulto al marchese Cosimo Ridolfi, nuovo presunto autore di quella incerta provocazione.

Il marchese Ridolfi non sofisticò; cercato non si ritrasse, ed accettò la sfida senza preoccuparsi del perchè, del come e da chi gli veniva.

Affidò la cura di definire la vertenza a due suoi amici, Augusto Charles e Alberto Brugisser, ed attese.

Il Falevolti era rappresentato da certi signori E. Fontebuoni e Bacci.