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Ed il Cognetti, invero, mirava sempre al volto, aspettando che il Trombetta si scoprisse, o serrasse la misura. Ma il Trombetta, come Gosto del Guadagnoli: duro!

Dopo parecchie messe in guardia senza risultato, Carlo Alberti, figlio di quell’Adamo Alberti, allora impresario del teatro dei Fiorentini, e nella cui villa, parmi al Petrajo1 si faceva il duello, si avvicinò al suo cliente, Trombetta, per esortarlo a prendere qualche volta l’iniziativa dell’attacco, per non rimanere sempre sulla difensiva.

Il Trombetta non si fece ripetere il consiglio, e alla ripresa del combattimento, si mosse per l’avanzata scoprendosi. Il Cognetti, creduto il momento favorevole per segnare il viso dell’avversario, fa rapidamente un passo in avanti e si getta da sè sulla punta della sciabola avversa, che gli penetra nella parte superiore del ventre.

La ferita di per sè stessa non sarebbe stata mortale, almeno così opinarono i presenti; ma lo divenne, perchè il ferito, parando di quarta e di picco, quando era già stato toccato, costrinse la sciabola del Trombetta ad un movimento laterale, di modo che dal ventre, orrendamente squarciato, uscirono gli intestini.

Il Cognetti morì sul colpo, senza poter profferire una parola.


Altri invece così m’hanno informato su questo duello, ch’è sulla bocca di tutti a Napoli, mentre è difficile, se non impossibile, rintracciarne documenti attendibili.

Il Cognetti ex-ufficiale di cavalleria, forte schermitore, era ritenuto la lancia spezzata del Conciliatore, e prima di battersi col Trombetta aveva di già sostenuto, credo, quattordici duelli.

  1. Il Petraio, sito ameno presso il forte S. Elmo e limitrofo al Vomero.