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era stato convenuto di fare così, onde a loro restasse il diritto di lamentarsi del professore, che non toglieva mai il suo cappello.

Il professore, infatti, restò a capo coperto; ma accorgendosi — un po’ tardi — che nessuno teneva cappello, o berretto, si pose all’unisono con gli altri; e disse con calma, ch’egli non conosceva quei signori; che quindi non sapeva a chi dirigere la parola; ma che pregava coloro, ai quali la sua visita interessava particolarmente, di rispondergli, desideroso che gli altri non si immischiassero nel discorso.

Allora il tenente Van Lith de Jeude, incaricato precedentemente dai colleghi, rispose al professore:

— Nemmeno io, signore, vi conosco, nè ho alcun desiderio di fare la vostra conoscenza.

E nella conversazione che ne seguì, fu rimproverato al professore la sua mancanza d’educazione, e la sua pessima abitudine di non rispondere al saluto, che gli veniva fatto.

Van Bolhuis si scusò, adducendo ch’era di vista corta. Infine, Van Lith terminò, dicendo:

— Se queste ragioni non vi soddisfano, voi potete ottenere un’altra riparazione.

Van Bolhuis, considerando queste parole come una provocazione a duello, replicò:

— In questo caso cercherò di trovare un testimone.

Il capitano Kerkwyk avendo rifiutato di assisterlo, il povero professore scelse il capitano Knopp, che abboccossi tosto col tenente Pels-Ryeken, secondo di Van Lith.

Lo scontro ebbe luogo all’indomani a Masbosch, nei dintorni di Breda.

I due combattenti furono posti alla distanza di venti passi; il tenente fece fuoco e il professore colpito al collo, s’ebbe la colonna vertebrale spezzata, e in pochi minuti spirò.


In Inghilterra e in Irlanda, era, e credo lo sia tutt’ora, in grande onore un divertimento sportivo, detto: la corsa al