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ardente gemme et di factura mirabile, che unque tale fue la sede nel tempio di Hercules Tyro, facta di Eusebes petra. Essa Regina cum veneranda et Imperiale maiestate resideva sedendo. Diva et di magnanimitate mirabile nell’aspecto Sumptuosamente induta, di panno ritramato, di violentato oro in filatura. Il maiestale capo suo cum ambicioso ornato decoramente teniva, d’una sericea et purpurante Mitra, matronale et regia, d’una congerie di insolente et leve et aluminate margarite, che per l’ampia fronte ambivano nella fimbria della mitra. La quale gli nigerrimi capegli, più che succino Indico luculei, cum venusta discrepantia, descendenti sopra le nivee tempore plemmyrulati supprimeva. Dall’ocipitio poscia diviso lo exuberante capillamento, in due trece comptamente intertiate. Una de qui, et l’altra de lì, di sopra via delle piciole orechie traiectavano, et cum mirifica conventione poscia ricontrate. Nella summitate della cranea invinculate da uno nodo, o vero floco di grosse et orbissime perle, quale non produce Perimula Indico promontorio, residevano. Et fora del nodo defluo era il residuo delle longe et effusissime come, coperte da uno tenuissimo velamine, cum aureo discerniculo retinuto dal dicto nodo, o ver floculo, il quale alle spalle delicate volabile descendeva. Nel medio della mitra nel discriminale sopra la calva, promineva uno pretiosissimo formuletto. Et alla rotundata gula di niveo candore perfusa, intorniava una inextimabile collambia, cum uno pendiculo verso alla furcula del lacteo pecto, di uno incomparabile Adamante in tabella di forma Hemiale, o vero ovola per tutto scyntillante, di grandecia monstruoso, in uno claustro aureo di vermiculata ornatura. Ancora all’orechie sue ditissimamente erano suspesi nel pertuso exquisitamente dui inextimabili stalagmii, di dui grossi carbonculi puri, senza aequivalentia fulguranti. Haveva etiam gli sui pedi calciati di seta verde, et le crepidule cum ansule d’oro intorte ad gli strevli, ornati di molti gioielli. Sopra uno hypopodio, o vero suppedio, di uno molliculo pulvino di plumea congerie tumido calcavano, di viluto chermeo, cum phrygio ambiente di orientale margarite. Quale non sa ritrovarebbeno, in Arabia nel Persico colpho. Cum quatro pendenti floculi, negli quatro anguli, contecti di fulgiente gemme cum le barbule, o vero spiruli, di fili intorti, et intermixti de oro et di vermigliante serico dependici. Dal dextro et sinistro lato sopra le sandaline banche morigeratamente sedevano le aulice donne, cum honesta et vernacula gravitate vestite di panno d’oro, cum incredibile decoramento di habito, quale al mondo arbitro mai se vedesse. Sedeva dunque in medio questa inclyta et soprana Regina cum pompa et summo fasto, et decoramento inopinabile. Referte di opulentissimi gioielli di colorato alternato le circunducte fimbrie delle sue ambitiose vestiture cum tanta copia, che diresti la natura quivi grandinato havere tutte le finissime maniere di lucente gemme, cum lascivo apparato.