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confederatione implicantise, et cum venustissimo congresso, tutta questa corte habilissimamente contegevano, cum richissimo anci inextimabile suffito, et cum diversificata fogliatura facta di splendido smaragdo scythico, agli ochii acceptissimo, che tale non fue quello, nel quale impresso era Amenone. Et gli fiori saphyrici di omni tempo et di berillo, dispersamente distributi. Et cum summa dispositione et artificio tra le verdegiante fronde, et di altre gemme crasse et pretiose in fructi diversamente deformati, cum gli fincti botrii di lapilli coacervati, dependuli, di coloramento aplicabile al naturale botro. Le quale tutte excellentissime cose d’impensa incomparabile, incredibile et quasi inexcogitabile fulguravano per tutto pretiosissime, non solo per la nobilissima materia mirabilissima, ma parimente per la grande et exquisitissima factura. Per la quale miravegliosa cosa aplicatamente cum subtilissimo examine trutinando io pensitava, di quelli rami intricatissimi la vagabonda extensione, et di crassitudine proportionati. Sì artificiosi, per quale arte, et temerario auso, et obstinato intento fusseron cusì aptamente conducti, o vero per glutino fabrile, o vero ferruminatione, o vero per malleatura, o vero per arte fusoria. Per queste tre conditione di operare et fabrare il metallo, mi parve impossibile, che una copertura di tanta latitudine et nexo, fusse cusì optimamente fabricata.
In l’aspecto mediano all’incontro del nostro ingresso, sopra uno gradato et regio throno, ornatamente referto di multiplice concinnatura di