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toro cum moderata tuberatione di fronde quercinee, una sopra l’altra paginatamente compresse fimbriate et sinuate di verdissimo diaspro, et di deaurate faseole circumramentate, le quale ascendendo derivavano nel convexo coelo dilla cupula ad una rotundatione copulantise, intro la quale una testa occupava de leone cum arriciate iube. Teniva mordico nelle fauce uno annulo. Al quale erano commendati gli laquei di auricalcho pendenti et egregiamente innexi. Li quali retinivano uno politissimo vaso, cum lata apertura et poco lacunato dilla dicta materia lucentissima. Alto da l’aqua dui cubiti suspenso. El residuo del convexo internate, dalle obturatione del crystallo exempto, era tutto di coloratione Cyanea de Litharmeno contecto, disseminatamente glandulato di bulle inaurate eximie prenitente.
Non molto distante era nella terra una fissura, la quale continuamente vomeva ignita materia, tolta di questa et farcita la concha dil vaso superposeno alcuni gummi et ligni odorati feceron uno inextimabile suffumigio di fragrantia quale di optimi passalli. Poscia conclause le gemine valve terebrate di metallo, et di crystallo lucidissimo impedite rendevano periocundo et multiphariam colorato lume. Per questa medesima terebratione di pervii nodamenti, chiaramente illuminavano le odorante therme, et interdicto rimania la fragrantia et il calore fora non exalava.
Il pariete aequato interposito poscia tra l’una et l’altra columna monstrava petra nigerrima di durecia respuente il metallo et illustre. Inclaustrata di una ambiente fascia di latitudine quadrante, di diaspro coraliceo, ornata de liniamento di duplici gurguli, o veramente verticuli. Nel mediano di questo tale pariete, tra una et l’altra columna, pausando assideva una elegante Nympha nuda cum distincto pausare et officio, di petra Gallatite di nitore eburneo. Sopra locate fermamente alle conveniente arule. Le quale di liniamento rotonde compositamente colligavano in circinao cum le base dille columne. O quanto exquisitamente sculpte mirava le dicte imagine, che più delle fiate, gli ochii mei dalle vere et reale deviare concedeva et riportarli ad le fincte.
La pavitata areola sotto l’aqua di varia emblematura di petre dure tessellate, in meravegliosi graphidi per diversi coloramenti vedevasi. Perché la limpidissima aqua non sulphurea, ma odorosa et temperatamente calida sencia Hypocausto et praefurnio, et purgatissima oltra omni credito, non era medio impediente tra lo obiecto et il senso visivo. Imperoché gli varii pisciculi negli fronti degli sedili et dil fondo, artificiosamente di museaco scobamente expressi ad aemulatione dilla natura, vivi natanti appariano. Trigle, overo mulli, mustelle, o vero lampetre et multiplici altri, non considerata la