Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Sotto dil quale anticho solido et egregio ponte scaturiva una larga vena di chiarissima aqua viva. La quale dividentese faceva dui correnti fluenticuli, uno alla dextra, et alla sinistra l’altro. Discorrevano per gli fresi, et derosi alvei, et per arrose et incile ripe susurranti frigidissimi, coperte le saxee et umbrate ripe d’arbori. Ne le quale ripe apparevano discoperte le varicante radice, et in quelle pendeva il Trichomanes, et Adianto, et la Cymbalaria, et comate d’altri olusculi silvatici amanti, le amnice ripe. Il quale arboroso et fresco nemore era d’intuito piacevole et di spatiato appetibile, et di fronde iocundo pieno di silvie avicule et montane. Oltra il ponte alquanto ancora se extendeva verso una grata planitie per tutto risonante dil suave garrito. Quivi saltavano gli instabili Sciuri et gli somnolenti Gliri. Et di altri innoxii animaletti incolato. Per questo recensito modo dunque se dimonstrava questa silvosa contrata circunclusa dall’arborifera montagna assai ad gli ochii spectanda et la planitie di varietate di herbe per tutto contecta. Et gli chiarissimi fluvioli per gli pedi dille degliscente montagnie in convallio susurrabondi defluevano. Ornati dil florido et amaro Oleandro, et di Vinci, et di Farfugio, et di Lisimachia, ombrati di alti Populi nigri et bianchi, et il fluviale Alno et Orni. Et per gli monti, vedeva l’alto et unistirpio Abiete, et gli lachrymosi Larigni, et Sapini et di altre nobile specie di simigliante frondatura. Per la quale cosa considerando il loco tanto amoeno et commodissima statione et grato reducto di pastori, loco invitabondo certatamente a cantare buccolice camoene, stava non mediocremente stupefacto, et dil animo suspeso, vedando sì benigna patria ma di gente deserta et inculta. Et dirigendo gli ochii poscia alla ornata planitie solicitamente il praedicto loco praeteriendo, mirai una fabrica marmorea, tra gli arbori apparendo, et sopra le tenelle cime, il suo fastigio. Diqué tutto alacre effecto arbitrando già havere habitatione et finalmente qualche diffugio invento. Ad quella sencia mora festivo perveni. Trovai uno octogonio aedificio cum una mirabile et egregia fontana. La quale ancora non vanamente se offeritte dolce invitamento alla mia tanto retenta, et non fin qui satisfacta et extincta sete. Questa fabrica di culmo octogono fastigiata, et di plumbo contecto, in uno fronte havea uno saxo tanto più alto quanto era uno semi dil suo quadrato di candido et luculeo marmoro. Di latitudine essere iudicai pedi sei. Di questa nobile petra diligentemente fue exacte due semi columnelle striate cum le base suppeditante una porrecta Sima cum gula et adiecta denticulatura et cordicule, cum gli capitelli subiecti ad una