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POLIPHILO NARRA LA BENIGNITATE DILLA INVENTA PATRIA, OVE ISSO ERA INTRATO, NELLA QUALE VAGANDO TROVÒ UNA EXQUISITA FONTANA, ET MOLTO CONSPICUA. ET COME VIDE VENIRE CINQUE LEGIADRE DAMIGELLE VERSO AD ESSO. ET QUELLE DIL SUO ADVENTO IVI ASSAI MERAVEGLIANTISE. PIETOSAMENTE RESICURATOLO AD SUI SOLATII PARE CUM ELLE LO INVITANO.

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ORA USCITO DIL HORRENDO BARAthro, et di quelle interne tenebre et quasi horcico loco (quantunque che gli fusse il sancto et sacrato Aphrodisio) ad la desideratissima luce et amicabile aire, et divenuto in questo gratissimo loco, ad mirare retrorso me voltai donde era stato il mio egresso. Et ove la vita mia, vita giamai non istimava, in quel ponto molesta la vidi et periclitante. Io reguardai una non rata montagnia cum moderato acclivo tutta di verdissime et lente fronde arborosa, di glandifere Roburi, di Fagi, di Querci, Iligni, Cerri, Esculi, Suberi, et le due Ilice, Smilace la una, overo Aquifolia, overo Acilon. Daposcia verso la planitie, era densata di cornuli, di coryli, di olenti, et florigeri ligustri, et di odorante fiore albiscente, Naxi bicolori nel aspecto di Aquilo rubenti, et di meridionale albente, Carpini et Fraxini, et di simiglianti in tale aspecto cum germinanti arbusculi. Invilupati di verdigiante et scandente Periclymeno, et di volubili lupuli, rendeano umbra fresca et opaca. Sotto ad gli quali era il Cyclamino ad Lucina nocevole, et il laciniato Polypodio, et la Trientale Scolopendria, overo Asplenon. Et ambi gli Melampodii dal pastore denominati et la trifolia tora, overo triangularis, et il Senniculo et di altri assai umbriphile herbe et Silvane arbore alcune sencia et tale cum floratura, loco niente dimeno abrupto et confragoso et di arbori occupatamente circuncluso.

La apertione dunque per la quale fora uscivi di quelle abditissime latebre alquanto era nella montagna alta tutta arbustata. Et quanto che io poteva coniecturare. Fu al incontro dill’altra antedicta fabricata, comprehendeva et similmente questa essere stata mirifica operatura, postica et quella antica. Ma l’invida et aemula antiquitate et di accesso arcta et per gli murali arbusculi maxime di edera et d’altre frasche l’havea silveculata. Che apena illo cerniva essere exito, overo hiato alcuno. Loco solamente di uscire, ma non di regresso indicante suprema difficultate. Alhora ad me tanto facilli-