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bitrio perspectivo aestimai duodeci passi. Sopra la quale perpolita ligatura il suffito principiava inarcuare, conforme il fornicato flexo ad quello dilla porta. Di tale excogitato foecundo dilectabile offerivase cum tale praestante caelatura, piena concinnamente di aquatici monstriculi nell’aqua simulata et negli moderati plemmyruli semihomini et foemine, cum spirate code pisciculatie. Sopra quella appresso il dorso acconciamente sedeano, alcune di esse nude amplexabonde gli monstri cum mutuo innexo. Tali Tibicinarii altri cum phantastici instrumenti. Alcuni tracti nelle extranee Bige sedenti. Dagli perpeti Delphini, dil frigido fiore di nenufaro incoronati, tali vestitose di le proprie foliacie. Alcuni cum multiplici vasi di fructi copiosi, et cum stipate copie. Altri cum fasciculi di achori, et di fiori di barba Silvana, mutuamente se percotevano. Tali erano cincti di trivuli. L’altra parte sopra gli hippopotami aequitanti luctavano. Et altre diverse belve et invise cum protectione Chilonea. Et qui dava opera ad la lascivia, et qui a iochi varii et feste, cum vivaci conati et movimenti optimamente scalpati et expressi. Completamente dal uno et l’altro capo ornavano.
Nel voltato dil fornice, vidi diligentissima opera vermiculata di exquisita thessellatura vitricularia, cum dorata superficie, et di qualunque gratissimo coloramento. Et primo se appraesentava uno phrygio di latitudine di dui pedi. Il quale ambiendo ornava le extremitate incluse di tutto il spatio voltato dagli illigamenti recitati in su, et per longo dil fastigio di fornicato cum coniugio sociale, di vivace colorature existente. Né altramente cha si alhora fusseron compositi, cum naturale foliatura di smaragdino virore, cum gli reversi di colore Puniceo, cum fiori Cianei, et Phoenicei, et adulterati, cum gratiosi involuti et innodatura. Nel contento spatio di questi, mirai tale antiqua historia depicta.
Europa adulescentula natante in Creta sopra il praestigiato bove. Et ad gli sui filioli lo edicto di Re Agenore, a Cadmo, Fenice, et Cilice. Che la vitiata sorore insequenti di ritrovare. Et non la ritrovando, al surgente fonte il squammoso Dracone strenuamente occiseron. Et dapò consultati, da Apolline determinorono cum gli comiti di aedificare la citade, ove la mugiente Iuvenca se affermasse. Diqué quella patria fin hogi dì aeternalmente serva el nome dil Boato mugire. Aedificava dunque Cadmo Athene. L’altro fratello Fenicia. Il tertio Cilicia. Optimamente disposita, et cum tirato ordine expedita, di fictione, di depicti di naturali colori come exigeva, gli acti, gli lochi, et dilla historia la opportuna expressione, era questa museaca pictura.
Dalla parte all’incontro, per questo medesimo modo mirai la petulca Pasiphae, succensa del infame amore, et mentiente nella machina lignea ascon-