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continua flamma succederae la rapace et exitiale sorte. Per la quale cosa, una di queste, per omni via mi converae da te acceptare. Si alla salute benigna et mite hogi mai te praesterai. Eccomi la foelicitate praesentanea. Eccomi una triumphante victoria adepta. Eccomi una corona d’amore potita. Eccomi pieno contento, et si per aventura (ch’io non mi suado) il contrario facesti. Eccome erumnoso, miserabile, et discontento. La una ambidui satisfacti. L’altra discontenti. Cum vanamente poscia pentirsene. Non consentire per tanto Polia decoramento Nymphale, et amantissima mia di incorrere in questa infame nota che tu consenti al mio almicidio. Perché la tua sublime conditione repugna et discrepa dalla impietate. Niente dimanco, io ti offerisco la oblata et immolata alma, et il mactato core che d’ambidui licente (Come signora) et al tuo libito disponi. Imperoché im perpetuo affectuosamente, et vivo, et morto tuo sum. Vale.

Credando Sacra Matrona che la Damicella, alle mie amorose parole alquanto debitamente essa commota assentisse. Non altramente che il chiamato Corydone da Batto soccorrete al suo dolore. Ma non per altro modo io dispersi vanamente il mio scrivere et parlare, che ad una marmorigena statua. Et tanto fructo alhora feceron gli mei parlari. Quale ova Hyponemia. Et peroe ragionevolmente considerando, che il primo colpo non sfinde l’alboro. Cum herculea audacia, che Amore in me spirava, et per la