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Matre et Domina che ella Imperi al suo obvelato figlio, che ello licentemente, reassumi le sue amorose arme, et che in quello cor lapideo, quel pungiente et penetrabile dardo indignabondo tira. Il quale in me sencia alcuna pietate cusì lancinabondo infixe. Et per tale aequitate et modo sarae a tantule mie tristitudine repensamente satisfacto. Et modificati si sarano tutti gli mei importuni et urgenti sospiri, et tanti langori. Gli quali quantunche onerosi et molesti, patiente et volentieri valeria supportare, si Polia parimente alquanto che cosa è intenso amare sentirae, et quanto sia dolce et delectevole lo essere, di dui cori, in uno coeunti. Diqué clementissima Antistite, si cusì coaequare farai questa displicibile dissimilitudine, me beatissimo tengo. Per tanto niuna admiratione sublime Madona te prehenda, diciò che io assumo ardeamente venerabile auso, et di tale cagione renisso parlare. Il perché debbi cognoscere che troppo più amore che se convene me invade et arieta, et stimulante me exacerbisse, et a ciò (postergata omni altra cosa) a questo me constringe et preme. Né unque spero di tanti mei tormenti evadere, né quietamento, né termine consequire. Si non quandocumque penso (te mediatora pia) di havere placato, et placando sedato, et sedando delinito il displicibile core, et la truculentia di costei de ssì dolce et divo aspecto mentitora, il quale cum tanta venusta elegantia optimo et salubre adiuvamento, per il ministerio de quegli illectabondi ochii per medio il mio core redundante, sperancia non mediocre mi promitte, cum omni voluptate di mitigare gli mei incredibili dolori. Et di linire alquanto gli mei petulanti et ardenti fochi. Si al praesente potrò reunire il volere et la mente sua disaequale dal mio, et più separato dal mio, o me, che Ossa da Olympo. Imperoché io tanto extremamente la amo, che unque me ho ritrovato mio, ma sempre tutto suo. Iusta cosa è che cusì como io sono tutto suo, et humile servo, et ella uniformemente sia tutta mia veneranda signora et totalmente possessora. Dunque tu excellente sacrificula, essendo sola et praecipua nella cui sententia consiste et depende il potere di communire sotto questo amoroso Iugo, et cum summa peritia amaestrare et disciplinare quelli che del tutto sono cum sincero et puro core addicti a questo sancto famulato, de le sanctissime et mysteriose fiamme perpetuo servire. Che hora si non me ritrovo decepto, credo, et che questa ingenua et decora, et di singulare virtute praeclara luce, et di bellecia coeleste splendore meco (in questo loco convenuti) consente a tali servitii essere recepta et connumerata.