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Perché turpe è qualunque parte al suo principe non congruente. Remoto però l’ordine, et la norma, che cosa commoda, overo grata, overo dignificabile si poté praestare? Adunque la causa di tale disconveniente errore nasce da ignorantia negativa et ha l’origine dalla illitteratura. Niente dimeno quantunque che la perfectione dilla dignissima arte non devia da la rectitudine, tamen il solerte Architecto, et industrioso, ad gratificare lo obiecto cum lo obtuto, pole licentemente cum adiectione et detractione, depolire l’opera sua. Sopra tutto il solido integro conservando, et cum l’universo conciliato. Il quale solido chiamo tutto il corpo della fabrica che è il principale intento, et inventione et praecogitato, et Symmetria dil Architecto, sencia gli accessorii bene examinato et conducto, indica (si non me fallo) la praestantia dil suo ingiegnio, perché lo adornare poscia è cosa facile. Advegnia che etiam importa il suo distributo, et non locare la corona alli pedi ma alla testa, et cusì lo ovolato, et denticulato, et gli altri, al loco congruente se debeno destinare. Lo ordinare dunque, et la praecipua inventione è participata ad gli rari, et ad gli molti ancora vulgari, overo idiote commune ad lavore se praestano gli ornamenti. Et però gli manuali artifici sono dill’architecto ministri. Il quale architecto per modo niuno alla maledicta, et perfida avaritia succumba. Et oltra la doctrina sia bono non loquace, benigno, benivolo, mansueto, patiente, faceto, copioso, indagatore curioso universale, et tardo. Tardo pertanto io dico, per non essere poscia festino alla menda, di questo sia assai.

Reducendo finalmente le postreme tre figure dimonstrate in una, adiuncta la seconda da gli .xvi. quadrati in essa contenti, produrassi questa figura. Dalla quale removendo poscia il rhombo, et gli diagonii. Lasciando le tre pendicule, et le tre recte, excepto la mediana. La quale inclusive tra le perpendicule truncata finisce. Et per questa regula, trovase dui perfecti quadri, l’uno supero, et l’altro infero, continenti in sé ciascuno quatro quadrati. Nel imo quadro facendo il diagonio, il quale ridriciato in perpendiculo verso la linea recta .A.B. habilemente si trovarà per il suo defecto a giungere, essere tanto la crassitudine dill’archo, et dille Ante. Dunque la linea .A.B. serà il debito loco dil Trabe extenso, overo recto. Il puncto mediano dilla linea truncata .E.F. sarà il ponto da inflectere l’arcotrabe in hemicyclo. Il quale debi havere tanto additamento agli inversi corni quanto è il semidiametro dilla sua crassitudine. Altramente essendo tale defecto, perfecto non il chiamo. Ma questo dagli optimi et periti veteri fue bellissimo exquisito, et diligentemente observato negli sui arcuati, per dar all’arco elegantia, et conveniente resistentia, et per vitare lo occupamento delle proiecture degli Abachi.