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opinione supplicarte et piacere. Animadvertissi cautamente, che ad te non vegna, como alla repudiata Hebe, la quale al summo Iove, et ad gli altri Dii, meno cauta ministrando cassitoe, et dimote le leve vestimente, le obscene et pudibonde parte discoperse. Diqué l’animo suo non intendeva offendere, ma pur di ciò irato Iupiter, remota ella dal pincernale officio, fue suffecto Ganymede. Disloca distrahendo dunque, gli tui freddi proponimenti, si in te alcuni dimorano, et vane repente nel delubro della sanctissima Venere, di arbitrii solitaria, et ritrova la sacrificula Antista, che ad gli divini sacrificii è praecipua admonitora et Indice. Et raconta quello che sai cagione di tale minacitate, et apertamente confessa a llei la tua contumacia, et revela quello, che forsa sarebbe ad occultarlo più cagione della tua iactura, et nocuo male, che manifestarlo. Et ella benignamente sencia tarditudine ti darae opportuno consiglio, et necessario favore, et salutiferi agnomenti, dove potrai reusire et evadere, del dubioso, et suspecto affanno, et de tanta erumna, et aufugere le divine, et irrefrenabile ire, si qualuncha per tua inconsiderata rebellione et improbo contempto fusseron praeparate.


POLIA PERTERREFACTA DELLA DIVINA IRA, PER GLI EXEMPLI DELLA PRUDENTE ALUMNA. DISPOSITAMENTE INCOMINCIOE A INAMORARSE, ET AL TEMPIO ANDOE, OVE POLIPHILO MORTO IACEA, ET PIANGENDO, ET ILLACHRYMANDO, ET AMPLEXABUNDA, ELLO SUSCITA. ET COME LE NYMPHE DE DIANA GLI FUGANO. ET LE VISIONE NARRA, CHE NELLA SUA CAMERA POLIA VIDE. DAPOSCIA AL PHANO ANDANDO DI VENERE, RETROVOE LO AMOROSO POLIPHILO.

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RBITRANDO SUFFICIENTE HAVERE suaso la perita veteratrice mia Alumna, cum summa prudentia et argutia suspicare del praesagio nocturno, a gli sui cordiali moniti et a gli solerti consiglii, et al suo disertare misse termine. Et già il coelo havea la nubilosa caligine disiecta, et fugato della nocte atra il nubilo. Et l’aire del novo giorno depincta havendo, l’aureo Sole surgente, et havendo aliquantulo le roratione matutinale dagli herbanti prati assutte. Io oppurtunamente commonefacta, l’animo mio moerendo per gli paurosi et gravi repensamenti, incominciai intimamente suspirare. Et

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