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Appolline, et per questo medesimo modo, la formosa Medusa, che cum tanta diritate di animo ispiacevola ad gli gioveni proci et reluctante, poscia per la sua ferina duritudine, dagli superni Dii, gli biondi capilli, facti horribile et sinuose vipere, appetendo da poi l’amorosa turbula, terriculati, dalla bisciosa testa in fuga se convertivano, et ella più rabidamente agitata optante gli affectava. Diqué non gli poteva rehavergli. Et cusì parvifacendo le coeleste dispositione, et ordinate cause, che fano nello opportuno devuto, et destinato tempo, gli giuveni inamorare. Le paccie fanciulle, in questa appretiatissima aetate che sei tu, non più oltra considerando, fano a tali mysterii malamente resistentia, iniuriando gli coeli et la Benigna natura. Diciò non è da maravegliarse uno quantulo, se cusì miseramente alcuna fiata periscono. O me bellissima Polia figliola mia oculissima, il tempo della nostra vita è più da essere aestimato, et supremamente appretiato, più che li amplissimi thesori di Dario, et le divitie di Croeso, et la foelicitate di Polycrate, et supra ogni cosa del mundo. Et questa nostra vita breviuscula di aetate, più perpete et velocemente è curricula, et più fugace fuge che non fano gli rapidi Caballi di Phoebo. Et più se exinanisce, che la tenuissima Bulla evanescente. Per tuto ciò debiamo laetamente adaptare gli dulci anni al faceto Amore, opportuno, et maturato venendo. Perché poscia nella incommoda vechiecia devenendo, ancora solertemente, volemo mentire la iuventa passata. Et per tanto damo opera intentamente di extirpare della cana testa gli bianchi capilli, et infuscare et tirarli alla nigritudine cum lissivio lithargyriato, et calce viva, overo cum cortici di iuglande, et di volere per arte longevamente fingere, et servare quello che el naturale nega, de illustrare la pelle, et fucandola extendere, et conservare la semata carne tumidula et fresca. Et supra modo derose siamo mordacemente nel core di continua, et indesinente poena, sospirando et illachrymando el transacto tempo delitioso, amoroso, et solatioso. Et del dispreciamento de quella repudiata aetate, et del raro risguardo molto desiderato, dagli refugi gioveni interdicto. Perché la aetate chiede paritate de similitudine. Et commemorando degli sublati amori et delle dolcecce amabile, et avidamente desiderando vivere più che nel tempo della florida iuventa, quale non è conosciuta per remotione alhora dal fine. Ma la privatione approssimantese, per questo urgie lo appetito de vivere, si possibile fusse gli anni de Nestore, et de Priamo, et gli anni della Sibylla. Dunque Polia thesorulo mio caro, per quanto la praesente vita et aetate florula gratiosa appretii, o me guardate che per tale cagione in te Cupidine non praedimonstrasse, et per tale visione et ostentamento non praesagisse le tumefacte, et già concepte ire forsa contra te. Onde per aventura ad gli superi Dii credi cum supersticiosa et vana