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(suspico il tetro funesto, et exitiale prenuncio si fusse il noctivago, infasto, immane, et improbo Ascalapho) lo infoelice Hymeneo, et pomposamente celebrato (come si suole dapaticamente) il stricto comertio di matrimonio. Et venuta la optata nocte, che la bramosa donna tanto lungamente havea concupiscente expectata. Fermamente arbitrando essere l’hora di extinguere gli focosi et veneritii appetiti, non considerando quale il marito se fusse. Imperoché essa ad quel puncto ciecamente excitata di libidine, di effrenato disio obvellata. Solamente instava al fructo del delectevole coniugio. Et oltra mensura di pruire apetendo, et alla libidine proiectissima, adherente il frigido et impotente vechio collocatose, et postase nelle debile bracce, infiammata fora il dovere da incontinente, et mordicante concupiscentia di subentare, Cupidine irritante sedulo in amplificare lo incendio, più che la Manticula al paulaticulo foco excitante. Non consequitoe altro (per sua mala disgratia) se non che dal spumabondo vechio essere la sua venusta facia, et la purpurea bucca, da gli salivosi labri sputata et sbavata. Quale si una limace sopra havesse discorrendo lineata. Né cum blandicie, né cum venerei et petulante gesticulatione, et vezzi, né caritie, poté unque riscaldare, commovere, né irritare lo impotente et sterile vechio stomacoso ad suriare, il fiato del quale pareva una aurea di putrida cloaca, et di fetulente pantanacio. La sua rictante bucca teniva gli pallidi labii patorati et crispuli, et cum voce absona. Et quasi dentulo nel pallato supernate erano restato se non dui fracessi dentoni, et caverniculosi, quale petra Pumicea. Et di sotta quatro altri, dui per lato quassantise et nel suo sito instabili. La barba dura como gli pili di uno auriculoso asino, como vepre pongienti, promissa et canescente. Gli vermigli ochii madenti et lachrymosi. Il naso Silo negli sui hiati boscoso, et hiulco, et muculento, et lumacoso, et sempre Roncho, che tuta quella nocte parve che cum uno ventosissimo utre manticulasse. Il volto fedo, et la testa di Morphea albente, et le guance varucose, et sopra gli ochi gli cilii turgenti. La gulla cum hispida pelle, quale di una testudine pallustre, diforme et gangavata. Et le tremente mano sencia alcuna vigoria. Il reliquo del corpo putro, morbido, et invalente, et del suo tardigrado caduco. Et nel movere li indumenti exallava uno putore di urina fetenti. Per la quale cosa, Figliola mia attendi, et porgi il memoraculo tuo ad questa auditione) la lascivissima donna, de le sue voluptuose appetiscentie totalmente frustrata, unque non poté (tuti gli conamini scortali, et di illustre meretricio perfuncta) excitare gli prosternati membri della enorme et exvigorata senecta. Hora adviene che per longo tempo essa dal malvasio et tedioso vechio ocioso, Inerte, desidioso et Ignavo, più Zelotipo del barbaro decurione, non potendo altro ricevere, né consequire, si non battiture (convertito in infinito Zelo) et iurgio, et garulosi cridi et freda et languida pigritia, et fastidioso tedio,