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iracondo et implacabile reasumpse il curvo et dolorifico arco suo nocivamente per medio del superbo pecto vulneroe, quel silvestrio et contumace core di acuminato strale d’oro fina alla extrema linea penetrando, et essendo transgresso il limite, et nel suo sino urente nidulantise, il validissimo Amore, cum gli ciechi fochi fervidamente incomincioe reaccenderse, et la plaga tanto profunda, periculosa, atroce, et varia, che obducta in cicatrice salutaremente si potesse non valeva. Et dagli stimolanti ardori amorosamente isforciata, et sotto all’insueto morso, et freno et sedula punctitura impatiente vexata, principioe tuta languescente perire, desiderando alhora le dolce petitione, che il nobile adolescente vanamente fece, et al suo aspecto più non appare. Et già Amore le convenevole sue violentie licitamente usando, immodesto in essa oltra il pensare et urgentese vegetava. Et facto havendo del suo ripercosso core uno fornaceo incendio, non tanto il bellissimo et elegante giovane, ma per sua mala issagura, facta virosa giamai di qualuncha conditione stato si fusse. Essa di gratia speciale si potuto havesse, ad gli sui ardenti et voluptici disii, et pruritose concupiscentie, sencia rispecto, harebbe appreciato opportunissimo. Arbitro che si Aegyptino, overo Aethiopo et exploso homo offerto havesse, essa recusato non harebbe alle sue dimande, nonché degli nostrati patricii. Ultimamente la Ingenua Matrona, excessivamente amorosa languescente, et nelle accerbitate delle infortite fiamme exagerata, et dagli illecebri ardori stimolata, et di pruritosi appetiti, et intemperata lascivia, incredibilemente exagitata, et di tanta importuna libidine irritata (Quale si in Didima oriunda si fusse) et intolleranda pressura non sustinente in lecto mestissima, egra et inferma cadette. Diqué, quale Antiocho figlio di Seleucho, della sua Noverca oltra modo inamorato, et immortale languore invaso, fue detecto per il pulsatile tacto, da Herasistrato medico ello d’amore languire della Noverca. Per tale via dal solerte et perito medico chiaramente inteso, che la donna decombeva languida per smisurato amore maniando impaciva. Consulti sopra di ciò il Vitrico, et la matre sua che la morte non sopravenisse trovorono opportuno rimedio di maritarla. Sì che non stette vario di tempo, che gli fue trovato uno homo patricio, di bona conditione di parentella et richo, ma vechio et di praecipite evo, et occidua senectute, più che lui (per essere assuto) non monstrava, pervenuto quasi alla dubia aetate, et aliquantulo le gene erano dependule, gli ochii ulcerati, tremule mane, halito fetido, il capo occultando, perché appareva la schena d’uno scabioso cane, et lo habito nel pecto tuto scombavato. Solamente anxioso tenendo lo animo alla rapace avaricia deditissimo. Et alla inexplebile Cupiditate sumamente intento. Et essendo venuto C