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gelo divertendo impigliare, che in me per longo tempo havevase habitualmente confecto et condurito, come ella solerte cum mero et sincero iudicio arbitrava, dolentisi che le divine mine, effectivamente ella non vedesse. Cusì adulabonda rimoverle, preoptando providamente scitula mi disse. Comperto habiamo, immo etiam si sole dire. Polia figliola mia dulcicula et specula mia, colui che il consiglio prehende, non poté unquam per sé solo perire. Diciò ruminando cogita bene, ne cum qualche obstinatione simplicula havesti gli superi inconsideratamente offenso. Il perché, quanto sia stata acerba et suppliciosa la iracundia sua, contra quelli che non hano reverito la sua potentia, et stati sono ribellanti. Nonn è da dubitare, quella essere stata maxima et tanto magiore, quanto più se ratardisce alla spaventevola et inevitabile vindicta. Perciò per una stulta et inconsulta levitate, et per una supersticiosa et inconsiderata opinione, di alcune di vui giovenette. Per tanto non è da maravegliarse, si ad vui alcuna fiata gli timendi Celiti, iracondamente et vindici se prestano. Diqué dritamente sapiamo nui, le aspre ire ad Aiace Oileo illate et usate, como contumace, et ad gli severi Dii maledico. Et peroe di celeste fulmine miseramente perite. Similmente ancora gli famelici Comiti di Ulysse perirono. Et colui che per le precature della venatrice Diana Hippolyto dalla obscura morte, allo lume di l’alma luce revocoe. Et cusì molti per questa via miserabilmente, hano mortualmente periclitato, per negligentia et poco timore delle divine ultione minitante. Le impudentissime Propetide che la Sancta Venere despreciorono in durissime petre malamente se tramutorono. Et la textrice Lydia giovenetta fue transformata da Minerva in Araneo. Et per inobedientia ancora la formosa Psyche in tante erumne et intolerande fatiche perniciosamente si ritrovoe. Non meno etiam molte altre nobile fanciulle ad gli sui votati amatori, rurale, et ferina crudelitate usando, la superna vindicta supra la sua malivola durecia amaramente, per diversi et terrifichi casi vindice inexorabile s’à dimostrata. Oltra di questo l’è da essere grandemente nel animo rivocato. Quanto crudele, quanto immite, quanto impio, quanto violente, quanto potente nella Tyrannica sua il figlio della Divina Matre sia, tanto veramente, che per vera et indubitata experientia, nui liquidamente comperto habiamo (quantunche celata sia) che non solo gli mortali homini, ma ancora gli pecti divini vigorosamente ello havere senza alcuno respecto et miseritudine acerbamente infiammando vulnerato. Nonne lo imbritore et serenatore Iuppiter ello difficultamente, dalle sue amorose