Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
momento fui per l’aire deportata et demissa. Et quivi diciò cum il batente core, oltra il credere ispaventata di tanto repentino caso et tanto insperato, incominciai di sentire quello che ancora io voleva, guai guai fortissimamente exclamare, cum feminei ullulati, et voce flebile, et pavurosi lamenti, quanto più valevano. Quale sentite et vide il Nobile ravennate. Ove senza inducia vidi disordinariamente venire due dolente et siagurate fanciulle, indi et quindi, et spesso cespitante, summa provocatione di pietate, ad uno ignitato vehiculo angariate, et cum cathene candente di forte Calybe al iugo illaqueate. Le quale duramente stringiente le tenere et bianchissime et plumee carne perustulavano. Et decapillate nude, cum le brace al dorso revincte, miserabilmente piangevano, le mandibule stridente, et sopra le infocate cathene le liquante lachryme frissavano. Incessantemente stimolate da uno infiammabondo et senza istima furibondo, et implacabile fanciullo. Il quale alligero di sopra l’ardente veha sedeva, cum l’aspecto suo formidabile, più indignato et horribile non fue la terribile Gorgonea testa ad Phineo, et alli compagni, cum beluina rabie et furore, et cum uno nervico et incendioso flagello, feramente percoteva, senza pietate stimulante le invinculate puelle. Et cum magiore vindicta di Zeto et Amphyone, contra Dirce noverca.