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diffundere una obstinata frigidecia, et effecta rigibonda contra lui et impia, et ad gli sui supplici rogati sorda, cum displicebile et torvo aspecto et caperata fronte mirantilo. Durissima più che Daphne. Più scelerata di Medea. Più iniqua di Atreo et Thyeste. Più dira di Theseo. Più perfuga di Narciso molto più aspera di Anaxarte al suo Iphi crudele. Et quivi tribulantise et amaramente dolorantise, cum gli ochii grossissime lachryme stillanti, et cum sonaci suspiri, contra la mia sevitia et ferina duritudine, querulante passionevolmente lamentantise, et contra il mio obstinato silentio, solo di dirgli una responsiva paroletta, ma ad qualunque suo exorato le mie aurechie surdibonde et obturate teniva. Onde diciò in me non era alquantulo di vestigio di pietate per la mia pertinace voluntate captivata nel mio diro et saxeo pecto più che la silice di quel sacro sepulchro, non per altro modo che si io dil fiume degli Citoni potato havessi, dunque avidutosi di questo, perdita omni sperancia, et absumpte le naturale forcie non potendo più hogimai resistere, né ala vicinata morte obviare, respectante nel volto suo, grande merore succrescere una pallidecia et squalore appareva, cum gli ochii in terra defixi dimonstrando horamai philtrato fastidio et tedio di guardare la amicabile luce, et le macilente gene, già madide di liquanti rivuli di pianti, il vidi cassitare in terra, et prostrato obmutiti gli tubanti sospiri, cum le gemente voce, rachiusi gli somersi ochii allato me se morite.