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tisse. Nel fastigio dunque dil quale infixo promineva uno rotondissimo Trigone, et di materia perspicua et perlucida. Stava dunque compositamente questa grandissima fera, cusì nobilmente figmentata sopra la aequata piana de uno vasto basamento di durissimo Porphyro, perpolitamente liniato. Cum dui exerti et grandi denti di una petra candidissima et illustre appositi et appacti. Et dalla aenea sella infibulato pendeva uno egregio pectorale, di vario ornamento dilla materia dilla sella, in medio dil quale era in latino idioma scripto. Cerebrum est in capite. Et similmente circunducta per lo extremo del collo, alla grande testa coniuncto, ambiva una maestrevole ligatura. Dalla quale uno ambitioso ornato, summamente notabile di eramento traiectato per sopra il suo amplissimo fronte pendeva, di dui quadrati composito, cum liniamenti elegante. Nella planitie dil quale (di foliatura undiculare circundata) vidi alcune littere Ionice, et Arabe, le quale cusì dicevano.

Hora el suo vorace proboscide, non si continiva cum il piano dil basamento, ma sublevato, pensile si stava, converso alquanto verso il fronte cum le sulcate auricule largissime demisse, overo cancellate. Il quale simulachro nella sua vastitate unquantulo meno monstrava, che il naturale. Et nella oblonga circuitione dil basamento erano coelati hieraglyphi, overo characteri aegyptici. Depolito decentemente cum il debito Areobato, cum il latastro, gula, thoro, et orbiculo, cum sui Astragali, overo nextruli, cum inversa Sima al pedamento. Et di sopra non meno cum la proiecta Sima resupina, et torque trochili et denticuli cum gli Astragali. Secondo che alla crassitudine expediva eximie Symmetriati. La longitudine, latitudine, et altecia, passi, duodeci, cinque, et tre. Le extremitate dil quale in forma hemicycla formate. Nella posteriora parte hemicycla dil recensito basamento, trovai uno scalinato ascenso di sette gradi exscalpato scansile sopra la plana superficie. Per la quale avido di novitate io montai. Et verso al riservato quadrangulo, subiecto al perpendicolo dil Ephippio, vidi una porticula excavata. Cosa di magna admiratione, in tanta pugnacitate di materia, et tanto habile intervacuo se praestava, che per alcuni stipiti di metallo al modo scalario infixi, per gli quali commodo ascenso, se conce-