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se cerniva, per linea directamente sopra gli anguli degli gradi deducta. Il pariete al quale la ultima pergulatura cingeva appacta, tanto sublevata era, che lo archuare di essa pergula ad gli inspectanti nell’area non obstava integramente videre. Intro il quale pariete era uno alveo, o vero canale intervacuo capace fabricato, quo al fondo et quo all’apertura, di passo uno et semisse inclusive la sua capacitate, cum lo aestimo alamento nitido et spatiato sopra l’ordine fenestrale. Di tutta questa disertata fabricatura il cincto interiore, cioè gli vacui gradi constavano facti di optimo diaspido, ponderoso, continuo, et orientale, et forsa Cyprico, di coloramento confuso, cum varicante undicule diversissimo. Gli labii dille quale capsule, et il socco, bellissimamente erano infimbriate in circuito continuo di Oro obrizo, in undule et gululatione, et sopra le cohaesione dilla iusta divisione dille tabelle, cum operatura transcendente lo humano cogitato, et exactissimo expresso, et ultimo conato. Quivi perire debi la luxuria deli vasi aurei di Basso, et quella di Antonio, ceda et la gloria di Nerone che inauroe il Theatro Pompeiano. Sopisca Gorgia leontino cum la sua statua. Né mai tale ad gli Scythe dalle formice, et Gryphi, et cusì praestante fue eruto. Il supremo alveo, o vero capsa in canale ducta, et di terra completa, et farcinata, haveva complantati cupressi bini, et bini uno proximo (ma intacto) all’altro, passi trini distante la binatione. Gli quali cum aequa forma et iustamente, cum Idonea norma implicando mutuamente le sue summitate et propilato inseme, cum egregio coniugio se inflectevano, cum sì facto connexo, che uno medemo appariano. Cioè la acuminatione dil quarto, cum il quarto. Gli dui poscia di medio, quello dalla dextera, se copulava cum il quarto al dextro ordine. Et il sinistro per il simigliante se coniungea cum il quarto al sinistro lato, alternando uno di sotto, et uno di sopra innodantise, tanto meglio, quanto dire non se potrebe. Tra uno et l’altro degli inflexi, o vero proclinatione degli collaterali cupressi, resideva uno densissimo Buxo, di pile ordinariamente cum aequario decremento minorantise fastigiato, cioè in multiplice rotundatione decimate, tanto optimamente tosate (quale di forficula) che una foglia non se monstrava il suo ordine offendere. Et tra gli vicinati et curvi cupressi, se attolleva uno rectissimo stipite di Iunipero, in iustissima pila, cum vernale frondatura topiato, il quale ornava il vacuo triangulare degli archi cupressini. Il risiduo dill’altana habundante germinava varii et exquisiti Olusculi aromatici copiosi degli sui odorifici flori, come appare nel supremo dil Theatro designato.