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gesticulatione incedente, et di tanto sumptuoso et superbo triumpho, et di tante delitie et amoenitate, et immensa amplitudine di pretiose divitie et maxime opulentie più praesto, che dalla natura, divine agli ochii mei per la Cythareida gratia et cupidineo privilegio palesemente di videre, et chiaro et realmente mirare praecipuamente indulto.
Nel ultimo loco immediate, dinanti proximo gli trahenti serpi, dui aegipani, et procaci satyri, cum hircino barbitio, cum gli caprei, et bisulci pedi procedevano. Gli quali petulci laetabundi, cum strophiole di florido satyrione, et di flori di Helenio et di Cynosorchi supprimente gli incompti capili sopra la caperata fronte incoronati. Ciascuno gestava uno monstro rudemente exciso in ligno, et inaurato, effigiato humano vestito. Dal tricapo fina alla diaphragma solamente il residuo in quadrato acuminantise alla parte infernate, demigrava in una gulatura basiale, cum uno latastrello, cum una antiqua foliatura nel sito brachiale, cum uno pomo al pecto. Et nel medio dil quadrato nella parte più lata appareva lo ithyphallio signo. Dinanti agli quali praecedeva immediate una politula Nympha, nel volto niveo dilla quale le gene porphyriace rubevano, cum la hederata fronte di corymbi, induta di segmentato palio, vibrati de qui et de lì da suavi reflati zephyrei, gli lacinii dil reflato sino, baiulava uno vasculo aureo, in modo di papila rotundato, lacte per angustissimo meato aspergendo libava. Similmente ancora due Nymphe praecedente redimite l’una di folii dilla foemina Linozoste, et l’altra di Hermopoane masculo, erano gestatrice. La una di uno integro puerulo inaurato nella dextra, et ne l’altra uno altro dil capo, brachioli, et dil collo mutilato. L’altra cum praecipuo honore et obstinata superstitione el simulachro dagli Aegyptii di Serapi venerato portava. El quale era uno capo di leone. Alla dextra prosiliva uno capo di cane blandiente. Et dalla laeva, uno capo di rapace lupo. La quale effigie era tuta in uno volumine di draco contenta et circundata, radii praeacuti emittente. Il quale draco cum la testa alla dextra parte del simulacro derivava faberrimamente deaurato.