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canaliculi obliquiscenti, cum moderati rivuli inalveati excavato, finivano supra uno nodulo, cum temperato tumore al solerte reperto, cum uno subacto pedulo, stipato di bellissimi et multiplici flori, quegli disseminante. Et la sua consorte Phileda nel gremio ricoglieva quello che Enia solatiosamente spargendo disseminava. Similmente tra due altre ornatissime Nymphule se fece ananti Velode, questa al suo signore festivamente gli apresentoe una mirabile pharetra superba di artificio et di invento egregio, cum due velocissime sagitte, una cum il strale di puro argento, et l’altro cum il pontuto strale di negro, grave, frigido et infausto plumbo. Ad questo et diciò ello il suo tenero, et divino fiancho, overo gli armi dille volante arme se praecingesse, et le compare Omonia et Diapraxe, cum due pile laetabonde iocavano, l’una all’altra alternantile. Ma di lucido oro era quella di Omonia, et di fragile crystallino havea la sua Diapraxe, et quando una di esse repigliava quella di oro, rimandava la crystallina, cum solerte vitato di obvio inseme. Ad queste poscia ordinariamente et le altre subsequivano la bellissima et riverente Typhlote, cum religiosi et demeriti honori et dignificatione, ella uno tenuissimo velamine offerite cernua, ad questo che gli svelati ochii lui gli dovesse teniare et ricoprire. Questa havea cum sé due lascive damicelle, cum impudico sembiante. Dille quale una Asynecha nominata rotantise, mo al lato dextro, modo al sinistro inconstante et Ardelia Comazista ballava. Et quale Thimele Histrionica saltante ioculatrice et lamia insigne. Et l’altra Aschemosyne tra tutte le vestite nuda imperterrita, et salace sa presentoe. Né più né meno si dal fonte Salmacide potata fusse. Et in la mano sinistra una sphaera formata di lamine auree, cum il suo centro teniva. Et cum la dextera blandamente il longo capillamento apprenso extendersi supra le polpose et crissante nate, non consentiva, cum invereconda petulantia, quale petulca quaestulatrice, ma indicando Tribada obscaenissima insolentia cum extollentia di gli ochii inconstanti et cesii, et cum pruritoso acto, quale procace Gaditana, cum troppo lascivientia infabre gestiente, et più che ’l spurcissimo Hostio in sé non hebbe, nel speculare gli drauci et gli cavi speculi. Novissimamente tre altre impraemeditabonde matrone sa praesentorono, Teleste la prima, di ardente purpura induta, cum gli soluti et promissi capilli, et nella strophiata fronte crispantuli praependenti, essa elegante al suo idio gli dete una accensa facola, et una comitante Vrachivia gerula davase di una smeragdina