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Cum tanta provocatione, che all’aspra morte lo homo ultroneamente se offerisca et volente. O contagioso artificio. O allectivo ministerio, o propugnante machine. Qualunque core sano tutissimo, valido et quieto, et libero, et renitente, di facilmente inficere, repente di subvertire et depopulare, sencia mora prosternere, sencia indusio perturbare, totalmente subiugare, et sencia relucto trahere. Di prostrare discussamente omni moderata, incredibile et pervicace continentia. Questi sono quegli veraci et infallibili sateliti dil operoso amore cum ampliabile numero di immanissimi carnifici, le immune remote, et disiuncte pensiculatione insidianti, et da tale inclinante subiectione exclusi di potere per alcuno modo, né cum audente animo prevalerse, et dalle praesentate inevitabile, et trahente dulcitudine, cum tanto solerte et diligente studio illaqueabile, et cum subtile ingegnio invento tanto exquisitissimo operamento et ad tanto bella et formosissima opera per sé dalla foecunda natura, artificio da distrugere ritrovato, et eximio adiuncto et accessorio di cruciare. Omè il quale ragionevolmente fingere se doverebbe, et usare per le marmoree statue, et non per gli humani et fragili cori. Imperoché ancora quel nobile et divo sexo, spoliato et denudato summamente contorque et infice periclitabondi, non che cum questo voluptico additamento di laquei pernitioso investigato. Ma solo questo accede, che elle non pensiculano essere assai il d’amore naturalmente perire, sencia tanto aucto incremento di excogitati modi adiungere gli miseri et molliculi amanti allo interito dil cordolio più facilmente di conducere, et continuamente excitare scintillule extremamente incendiose da vegetare alla consumptione le amorose et fervide flammule, divi obiecti di rimpire et confundere il caldo pecto di bullienti suspiruli, et di fermentare il core ad amore. Hora io non saperei debitamente exprimere per quale modo uno tanto fundamine iacto d’amore stabile et sincero fermamente in Polia collocato, che alquanto quassare il sentisse da queste inevitabile et parate insidie et impetuose violentie. Omè poscia tra me tacitamente replicava. O prophilea Pollia bellatula mia, custodi la tua adepta praeda. Imperoché grande periclitamento, è il transito per tante pyratice fallacie, et manifesti sicarii et praedonuli insidiarii. Gli quali contra omni sincera rectitudine sono dil suo amoroso offendimine commendati et laudabilmente approbati et dagli tristi offensi, tanto più desiderati et riverentemente più requisiti et più dolce amati. Hora nella sua laetissima fronte, sotto a due hemicycle, quale filo di seta subtile, et nigerrime ciglie più che illustrante electro, dui sagittabondi ochii festevolmente lucevano più che irradiantissime stelle nel lympidissimo coelo splendescente. Et nel aspecto suo più belle che incarnate, et ricente rose, et le gene non miltate, ma cum più gratissima et genuina rubedine, che degli