Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/301

Nello intersito mediano dilla coaequata emblematura solistima dil peristylio era uno fonte fundato intro una rotundatione alquanto concheamente lacunata, dal centro dilla quale se attolleva uno balusto inverso, bipedale. Sopra assideva una platina, lo hiato dill’apertione havea per diametro pedi quatro, nel meditullo dilla quale tre varicante caude di tre auree hydre, per il fundo peregrinamente trifarie daposcia in bellissimo nodulo strictamente se intortilando, divise cum il ventre in forma collea una da l’altra, cum repanda discrepantia, et nelle gule anguineamente innodate, cum il capo trifaria dispartito evomabonde nella concha odorissima aqua, aequamente sustinivano erecte bipedale uno vaso di figuramento ovolato. Dil quale nel supernato erano infixe octo fistulete d’oro, dalle quale tenuissimo filo di aqua prosiliva. Et per gli hiati overo intervalli dille buxee columne ussivano tuto il prato roscidamente humectando. Lo interstitio dilla quale specula, era expedito et pervio. La operatura lapidea, tuta era di diaspro finissimo rubente et luculeo, adulterato guttatamente d’infinite macole, di multiplice coloramento, cum elegante et exquisita caelatura ad gli opportuni lochi.

Hora in qualunque angulo dil quadrangulato prato, cum proportionata distantia dalle capsule, disposita era una altana di quatro gradi, in forma quadrata. Il primo grado solistimo in fronte pareva bipedale. Nella piana, overo bucca, lato sesquipedale. Et erano vacui busti. Poscia sequiva l’altro di sopra cum ordine gradato, alto quanto la latitudine aperta dil primo, et cusì il tertio, et cusì il quarto. Nel primo herba germinava odorifera, cusì nelle sequente. Quivi dunque erano crispi et minutissimi ocimi, citronei, et cheropholii. Gli quali non praeterivano il frontale mediano dil grado, le fronde aequatamente servate, il simigliante uniforme per tuto constava. L’altra havea olente et minuto thimo gratioso alle mellificante ape. In la tertia, il minuto et amaro gliciacono, overo nectario, overo abrotano, che tale non se offerisce il siculo. Nel supremo spica celtica cum iucundo odore. t iii