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Non molto distante da questo, alquanto commoto a suspiruli per il praecedente infoelice caso lecto, trovai uno altro spectando et dignissimo monumento, cum due striate columnelle una per lato, semicycle exacte dal solido saxo, marmoro candidissimo, cum basule et capitelli, trabecula, zophorulo, coronicule et fastigiolo, nella figura triquetra, dil quale due albicante turturule in uno vasculo combibevano. Nel contento tra le striate di curto inscalpto era uno inarcuato suffito, aequamente distributo in quadriculi lacunulati, ove per singulo occupava una pentaphila a norma optica, minuentisi le liniature cum il contento. Sotto il quale una artificiosa arca alquanto promineva, appacta cum due porticule. In una dille quale intravano

imagine nude. Nell’altra puelli nudi ussivano, cum gli tituli nel media

no contenti, coniecturai ragionevolmente indicare questo mondo

essere una arca, cum due porte, chi entra morendo, et chi ne esse

nascendo, et uno et l’altro plorabondi, la quale iaceva sopra

dui harpyiatici piedi in folliatura conversi, et nel me-

dio uno pede puro di liniamento. Soto la ligatu

ra dil curto voltato, tale epitaphio mirai

di impietoso et disperato caso.

Nel residuo tali insi

gni vidi.

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