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Questo nobile et spectatissimo fragmento in uno solido frusto ancora et una portiuncula dil suo fastigio, o vero frontispicio se retinea egregiamente liniato. Nella triangulare planitie dil quale dui figmenti io vidi inscalpti, et non integri. Uno volucre decapitato, arbitrai fusse di Bubone, et una vetusta lucerna, tuto di perfecto alabastryte. Cusì io le interpretai. VITAE LETHIFER NUNTIUS. Pervenuto daposcia in la mediana parte dil tempio, alquanto immune et disoccupata di fressidine la trovai. Ove ancora il consumabile tempo, ad una opera praeclara di narrato, tuta di rubicundo porphyrite, solamente havea perdonato. La quale era sexangula, cum le base sopra una solida petra Ophites dilla medesima figura nel pavimento impacta, et sei columnelle distante una da l’altra pedi sei, cum lo Epistilio, Zophoro, et Coronice, sencia alcuno liniamento et signo, ma simplicemente terso et puro. Gli quali erano extrinseco la forma imitanti. Ma intersticii in figura circinata. Ove sopra la piana dilla corona nasceva una cupula di unico et solido saxo, mirabile artificio. La quale graciliva nel acumine, quale uno pervio infumibulo strisso et speculare copriva una subterranea vacuitate illuminata per una circulare apertione di egregia cancellatura impedita di metallina fusura. Il quale spectando ciborio di maxima pollitura cusì il trovai.