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Hora non più praesto che io degustai il miraculoso et suavissimo pomulo, che sencia mora in me sentivi ricentare et rinovare il rude et crasso intellecto, et lo affannoso et moerente core tuto ricrearse in amoroso gaudio delibuto, né più né meno, quale chi nel profundo mare obruto, et fin al fondo immerso cum obstrusi labri, sencia hausto di spirito, di sopra ritorna, le fresche et iucundissime aure avidissimo sumendo se vivifica. Per la quale cosa incontinente in me di ardere più amorose fiamme incomminciorono, et cum più suave cruciato di novelle qualitate d’amore transmutarme mi apparve. Et perciò principiai evidentemente di cognoscere, et effectuosamente di persentire, quale gratie sono le veneree, et di quanta efficacia ad gli terrigeni se praesta et quanto praemio loetamente conseguino, chi per gli delitiosi regni intrepidamente militando, et nelle amorose pugne pervicaci, ad quelli pervengono. Ultimamente dapoi la divota et sacra refectione degli fatali fructi sumpta sencia cunctatione, quel divino germe da gli ochii evanescente disparve. La libante Antistite dil sancto sacello fora ussitene, et Polia pare a llei, et io, et tute.
Cum tale et sì facto ordine terminati et diffiniti gli mystici sacrificii, et libamini et imolatione, et il divino culto, ambedue deposite le sacre veste, et exute, cum eximia veneratione, tuti quegli mysteriosi et pontificali instrumenti, cum domestici et templarii obsequii, nel sacrario riverentemente ripositorno.