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Et quivi cum summa devotione, et cum vetusto rito, la saga vate in prima uno Tutulo acceptoe, et la caesarie stricta, poscia soprapose la superba Mitra, et nel medio dilla pretiosa Mitra, soprastrinxe la tenuissima suffubula, coprendo il sancto capo. L’altro Tutulo cum l’altra suffubula alla Nympha dede. Et ella sencia mora la bionda testa dil Tutulo ornatose, soprapose la suffubula, ambe due le suffubule nella crispulatura erano colligate, et coniuncte, cum uno stupendo gioiello, di nitidissimo et pieno di colore di Saphyro il consignato alla Nympha, ma quello dilla Antista di Ananchitides. Indute dunque divotamente sopra lo orificio dilla mysteriale Cisterna, sencia indugio quivi accostare fecime, diqué accepta una aurea clavicula, cum religiosa observantia il Puteale obturato riseroe. Ove la sacrificula ad quella Virgine, che portato havea la Mitra, il candido caereo consignando, il Rituale libro venerabonda tolse, et apertolo, se fece avanti la summa Mantice. La quale incominciò summisso in lingua Hetrusca alquanto di legiere. Poscia scrupulosamente il sanctificato Murie prese, et cum molte sacerdotale signature, cum la mano dextra nella tonante Cisterna il fundette. Poscia fece da l’ardente facola (dilla quale la Nympha era gerula) il puro caereo accendere. Facto questo, fece l’ardente facola rivoltare cum la flammula in giù dentro in medio dil orificio, et alla Nympha interrogando, dice tale parole. Figliola, che petitione et desio è il tuo? Rispose. Sancta Antistite, gratia per chostui io dimando, che inseme pervenire posciamo all’amoroso regno dilla Divina matre, et bevere di questo sancto fonte. Et ad me simigliantemente dixe. Et tu figliolo mio che chiedi? Humilmente resposi. Io sacratissima Madona, non solamente la efficace gratia dilla superna matre supplico, ma sopra tutto, che chostei, la quale ancipite existimo essere la mia desideratissima Polia, obsecro che da lei più ambiguo in tanto amoroso tormento non sia cusì ritenuto. La diva Antistite mi dixe. Apprehendi figlio dunque hora quella facola accensa dille sue pure mano, et tenentila cusì, meco tre fiate sinceramente per questo modo dirai. Così come l’aqua questa arsibile face extinguerà, per il modo medesimo, il foco d’amore il suo lapificato et gelido core reaccendi. Cum il sancto rito, et cum quelle proprie parole, che la Ierophantia mi dixe, dicendo, a qualunque terminato et finire, tutte le perite sacerdote virgine, cum venerabile ministrato, tale responsorio diceano. Cusì fia. All’ultima fiata, la ardente facola nella frigida Cisterna me fece cum reverentia immergere.