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violentavano. Et el vacilamento del lume pareva dare moto alla scalptura. Finalmente per absolutione di questa mirifica structura di Templo, resta a dire brevemente, che ello era compacto de quadrati de Augustea petra parte, et parte del supranarrato marmoro, in contignatione perfecta sencia ferro et lignatura, cum più subtile investigatione di scalptura, che unque al seculo nostro fare, né imaginare si potesse, né tale ad Api Deo, Sannitico aegyptio construsse. Sotto le base degli Pilastrelli, o vero quadrangule, che era imo et continuo illigamento, nel primo alamento, o vero pariete, et el superiore concincto similmente cum gli capitelli ambiente, ambiva nel aequatissimo pavimento, una lista, o vero fascia de finissimo Porphyrite, quanto era la porrectura del quadrato suo, et contigua quasi sencia disceptatione un’altra de Ophytes. Sotto el suppedio delle columne, era circumacta quanta la sua crassitudine, una lista de Porphyrite, cum due collaterale di durissimo serpentino, cum l’ordine del Peristylio in circumductione. Il simile vedevasi l’orificio della cisterna cincto nel pavimento, una lista de Porphyro et un’altra di Ophytes. Il residuo dil spectatissimo pavimento tra l’orificio puteale et il peristylio, era di mirabile emblemature, di minutali, di tassellulato di fine petre circinantisi elegantemente includevano in partitione deducti, deci rotondi, per diametro pedali. Del suo colore et specie l’uno alla linea del altro. Erano dui di rubente Diaspro, di varie macole gratissimamente perfuso. Dui de Lytharmeno de scintule d’oro più pusilli, de atomi rutilanti disseminato. Dui de Diaspro verde, di vene Calcedonice varicato cum rubente macule et giale. Dui di Achates, de fili lactei confusamente undiculato. Dui ultimamente de limpidissimo Calcedonico. Et per l’angustia delle linee verso la cisterna, similmente decrescevano le figure circulare. Sotto el concamerato erano nel solistimo Asaroto di vermiculato emblemate, fogliamento, animali, et fiori tessellulati di minutissimi corpusculi, de recisamenti lapidei diligentemente tessellati depicto, et coaequatissimamente perfricati, o vero scalpturati. Quale arte non hebbe nel pavimentare Zenodoro in Pergamo, né tale fue il lithostrato in Praeneste nel delubro dilla Fortuna. Al cimatio, o vero Pinnaculo della magnifica cupula torniamo, della medesima materia metallina obrizamente inaurata, sopra el coelo della