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monstrava tanto discenso, o vero proclinato, quanto quello della tectura inscandulata squammea, et inaurata, che tale non fu quelle del Capitolio inaurato da Catulo, né tale squammeatura hebbe el Pantheon. Per questo modo tra la apertione del muro sotto la cupula, et tra questo adiuncto de Pillastro fundato a llibella sopra lo externo murale circuito, nasceva uno arco hiantemente aperto contrastante, cum liniamento de Trabe. Gli corni del quale pedavano d’ambidui gli lateri del muro et del Pillastro sopra el capitulo d’una semiquadrangula intrusa nel muro, excluso el tertio obvia della intranea de Ophytes et l’altra nel adiuncto del Pillastro. La facia del quale adiuncto de Pillastro dinanti era uno Nicholo, o vero Solio, et inanti questo Solio, o vero Nichio perpendicularmente sopra la piana dil Pillastro era situata per ciascuno una nobilissima statua, cum multiplici acti. Dal latere dextro et sinistro del quale, adiuncto se vedea tale scalptura, quale nel fronte del Pillastro subiecto. L’ultima superficie della crassitudine del arco exteriore ad aequamento era della plana del summo Pillastro. Il lapso dunque dal concincto innitiava, sopra el quale principio usurpava la cupula de fora, et cadeva sopra el Pilo, cum tutto quello liniamento colligantise, che era nel concincto circumacto sotto la cupula, et soto questo lapso resistentia facendo l’arco. Il quale concincto era una coronatione denticulata et echinata, o vero ovolata, cum el suggrundio gyrulato, o vero voragulato cum le pentafilete tra gli verticuli circunducto, cum le occurrente liniature perfecta. Nel plano della superficie de questo illigamento, o vero coronatione lo initio della cupula giaceva, nella proiectura della quale, era uno alveo excavato, nel quale le aque della cupula derivavano discurrendo, et giù per gli alveati lapsi ructuosamente se ingurgitavano negli Pilastri. Supra el lubrico dalla cupula terminando al Pilastro, cioè al suo cimatio, o vero plana, uno cortice, o vero chartella, cooperiendo faceva dui contrarii voluti. Lo uno achosta la cupula supino, et l’altro appresso el Pilo resupino, cum limacale linea facendo gli voluti. Negli inflexi del volume nascevano silique, o vero teche (pregne del suo parto) fabacee, o vero lupinacee. Il quale cortice era intecto de gratiose squamme. Et sopra el convolvulo resupino serpiva cadendo sopra la undiculatione squammea uno folio di Cynara. Il quale volucro cocleale facilmente a norma del circino acconciamente se involve, fermando il stabile et volvendo semicirculo. Ponendo poscia el stabile tra el ducto semicirculo, et el puncto, aperiendo el circino et lo instabile copulando cum lo extremo del semicirculo et vertendo, et cusì aperiendo, et el puncto movendo, quella n ii