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ingurgitavano, de optimo coagmento uno nel lingulato del altro coniuncti. Imperoché negli aedificii subdivo scale, compluvio, o vero gurgiti, non se debi locare. Primo, per el periculo del lapso. Secundo colui che minge proximo ad gli sui pedi, destruge et gli calciamenti sui spurca. Dunque debese tale inconveniente fugire. Lo imbricio discoperto, per inundante aqua l’area excava, et più enorme, si resistentia de subdita petra se oppone, che tanto più l’aqua al pedamento salisce et muri, quanto che dalle gutte, dalle stille resultante se defende. Non sencia grave iniuria, damno, et iactura, et per ventilare impeto, l’aqua per gli muri fundese, reddendoli poscia putri et terricosi, et per fenestre lacescente, exhausto, et evanido omni illimento. Per la expergine della quale, excresce nelle compacture herbacio, cotilidone, o vero cimbalaria Adianto, Digitello, Parietaria, et Polypodio, et a produre arbusculi et caprifici parata, exitio murale, cum populose et redivive fibre, o vero radice, reddendo gli parieti inconstanti et rituosi. Ritorniamo. Lo alamento del primo muro la sua altitudine derivava ad libramento della summitate, della crassitudine degli Trabi inflexi, o vero Archi sopra la columnatione, et quelli del testudinato dal muro a rimpecto della Corinthia columna. Sopra la superficie del quale muro, cioè dello illigamento della circunducta cornitione, era uno canaliolo excavato. Appresso el labro del quale verso el templo se terminava el squammato clivo del aeneo et inaurato tecto. Il supremo del quale culmo supra el camurato, aequalmente principiava, a ricontro della sublime linea della coronice, del Phrygio et Trabe interna. Nel dicto canaleolo sopra el muro nella plana del cornitione excapto, le aque che per piogia per el proclinato tecto scorreano, negli acceptabuli degli Pili infundevanse. Et per questa via gli rivuli della piogia concepta se imbricavano praecipitante al fondo, et per occulte fistule, o vero meati subterranei flueva nella Cisterna. La quale havea uno Voratore, per el quale el superfluo dell’aque se ne usciva, et a sufficientia delle cose sacre rimanea. Il fronte degli Pilastri, tra le undule de optimo liniamento de candelabri, foglie, fructi, fiori avicole et de varia altra eximia operatura, perfectamente se praestava ornata, oltra la fimbria del muro, continuavano dicti pilastri, tanto in altecia, quanto se ritrovava el residuo ascendente, dalla coronice, ove extava el suppedio, o vero Arula subiecta alle Muse, nel primario illigamento interiore, fina alla corona. Sopra la quale principiava la magna cupula a tuberare. Et da questa altitudine alla cima degli Pili