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crassitudine di uno palmo. Dal quale phrygio, fin al principio d’uno vaso gutturnio che se conteniva in uno cum questo medesimo uno palmo, in summa fina quivi egli è uno pede et medio. Sopra questa dimensione nasceva una forma di vaso sopra dicto levato uno pede, et dilatarse incominciava fina uno palmo et semisso. Il quale semisso, era distributo all’exquisito phrygio di involute fronde et flori quasi tutti evulsi de esso hyacintho. Il diametro dui quarti et medio. Sotto questo phrygietto prominevano in circuito alcune scindule di modesto levamento et temperato carinato, alquanto nel supremo crasse, et nel fundo graciliscente se perdevano. Bellissimamente poscia ascendeva fina al orificio dui quarti et semi. Lacunato egregiamente di intorquate lacunule. L’orificio di una conchula cum gli oruli lata, de soto la corpulentia cum elegante Sima, et nella comprehensa del vaso, cum tornatile gulule undule et toreti. Di tali liniamenti erano insepti et de sotto et de sopra gli phrygii. Al phrygio del gutturnio de sotto nel dicto septo se conteniva dui mutilati conduli, o vero semi anuli, suppressi dilla sua figura per transverso oppositi cum l’aduncitate l’uno all’altro. Gli quali nelle mordice fauce de due lacerte, o vero Draconculi erano tenuti. Et gli Draconculi de vena de Smaragdo perfectemente relicti, el residuo decrustato, iacevano cum quatro lacertacei pediculi sopra el culmo del vaso inferiore el quale culmo, tra el gutturnio, et lo inferiore vaso, la sua eminentia era uno quarto. Et dal sublime gracilamento suo, descendendo terminava cum liniamento de inversa Sima al circunferito lymbo della corpulentia, ove era l’ambiente phrygio. Il quale acclivato culmo era diligentissimamente squammato del hyacintho. Relicti solamente della smaragdina vena gli Draconculi, cum el serpente ventre sopra el squammato retinuto, et cusì gli quatro pediculi. Gli quali draconculi l’uno per lato al fine inciso del prolapso del dicto culmo, sopra l’inciso della coronicetta, cum la invertiscente cauda verso la spina facevano una circulare et prompta spira. Et poscia ne facevano uno altro simile di sotto. Questi voluti erano per le anse. Il vertigine inferiore, ove era cum el vaso coniuncto, secto in due parte una de qui et l’altra de lì, commigravano in mirabile frondatura. Et alla dextra et sinistra parte semipede intravano cum elegante politura nel phrygio. Le quale fronde, quasi di tutto expresso se vedevano, et il fundo cioè il plano sodo subsidente della corpulentia era del hyacintho. In tutto da queste infrondate caude, era la corpulente circunferentia occupata, o vero cingiente fascicula dui pedi. Resta a dire dell’intervallo che exta uno pede et semi per lato. La corpulentia del vaso del concincto in giù, stupenda opera iudicai et più praesto divina mirai el dicto vaso intecto per tutto d’una exacta vite di scalptura. Della quale gli stipiti, o vero surculi pampinulati, cum viticuli et anulati capreoli, di una vena accommodata ad lo excogitato di Topacio. Quale non se retrovarebbe ne l’insula Ophiade. La foliatura di finissimo Smaragdo, gli racemi di Amethisto. O quanto l iii