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preso non mediocremente coacto audeva cum insueta admiratione assiduamente speculare tanto invisitata factura. Et gli ochii mei delle Nymphale et incomparabile bellece aptamente copiosi et absorbentissimi Typhoni se faceano, et poscia che furono excitati cusì caldamente ad exhaurire la summa dolcecia de cusì benigna et conspicua praesentia, prehenderono aeterna fortitudine di retinire adunatamente conventicii ad tale voluptuoso ministerio inseme cum essi, tutti gli altri mei captivati sentimenti solatiosamente consentanei. Che solamente da lei, et non d’altronde chiedesse io tale refrigerio et dilecto praecipuamente alle mie incendiose flamme. Dunque per tale modo da exasperante amore cruciosamente laeso, et afflicto vacillando, pervenissimo alquanto alla parte dextra del spatioso campo. In questo loco dispositamente erano ordinati gli verdegianti arbori et copiosamente frondosi, pieni di suavissimi flori fructigeri circa il sito et di multiplice sorte di foliatura et di immortale virentia, laetificavano il core degli inspectori. La Epaphrodita Nympha affirmose, et stete quivi et io. Ove riguardando cum quasi semipotentia visiva, perché totalmente dislocare non se poteva dall’amoroso obiecto, per la benignitate della amoena plagia. Io vidi approximato el numeroso choro di una stipante caterva, festivi et corigianti, di delicatissimi, et lauti adolescentuli ephebi, cum intonse come exultanti, cum le caesarie degli annulati crini, sencia studio alcuno intorti, de serti et aureole di multiplici flori, et di vermiglie rose, et di frondoso Myrto, et di purpureo Amarantho cum Mellilothi immixto amorosamente incoronati et impexi. Et cum questi extrema multitudine di bellissime puelle. Più delicate et belle quale non sa trovarebbeno in Spartania. Et l’uno et l’altro sexo vestiti di superbo operimento, non di Milesia lana, anci di richissimi habiti di seta, et tali di undulante Thabbì, non subditi ad le lege Opie, alcuni di versicolore cangiante, mentiente el vero coloramento. Alcuni di purpura electa dalle Murice, et tali di Lino subtilissimo quale nello Aegypto non è producto candido et crispulo, et crociculato drapo texuti subtilissimamente. Et di innumerabili altri coloramenti. Alcuni de Ceruleo, altri di Phoeniceo, molti de verdegiante et Puniceo, di Sandacina, et Cyanea infectura, cum sumptuose delicie, assai di crocea tinctura, quale non produce Corico, né Centuripe, summamente al intuito gratiosi di filamento aureo intramati. Cum eximio decoramento di lucente gemme nelle extreme fimbrie circa gli astragali retinute da purgatissimo oro. Alcuni erano promiscuamente, cum sacrate infule et di divo et pontificio culto. Tali cum indumento venatricio.