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sordido. La quale ancora gli harpaguli delle mordice lapule nella selva infixi retineva, et quale Pavone remirando gli foedi et vilissimi pedi depone la rotundata cauda, cusì né più né meno, io supprimeva gli irritamenti di omni voluptate, interrumpendo gli contumaci desii, et vani cogitati considerando la disconvenientia a tanto divo obiecto. Per questa cagione era fortemente disposito cum tutte mie forcie di vincere et inclaustrare el soluto et vago appetito, et la vacilante mente, et superare la immodesta voluntate, arbitrando hogi mai che altro essere che cusì non poteva. Ad l’ultimo pensiculatamente nel archano del mio infocato core ad cogitare incominciai, che sencia fallire la praesente et continua mia poena adaequare potev’io ad quella de lo improbo Tantalo che all’arida et sitiente bucca le gelide et purgatissime aque gustabile et iocunde se offeriscono, et al fremente appetito gli suavi fructi fina alla hiante bucca gratissimamente se appraesentano, rimane finalmente impasto et abstemio del uno et del altro. O me che non per altro modo una venustissima Nympha insigne di forma, di fiorente aetate, più che dire si poté decorata de angelici costumi et de praecipua honestate celebre, nel conspecto degli ochii mei eximiamente benigna praesentata, la visitatione dela quale omni exquisito et delectabile contento humano excedeva, et io allato suo, piena di omni cosa, che solatiosamente vale ad amare et appetire provocabonda, et da qualunque altra operatione lo intellecto astrahendo solo in sé cumulantilo, non succureva perciò ad lo anhelante et voluptabondo desio. Hora per tale via non extinguendo le ardente concupiscentie, quanto io valeva aquetava el languescente core oltra modo inflammato, cum ralentarlo de amorosa et solativa sperancia. Et cum tale discorso che mai si trova carbo tanto extincto, che allo ignito propinquo non parimente per la conveniente dispositione non se accenda, ma gli ochii effrenati più d’omni hora quello di qualunque potere immunito et inerme, di più insolente desiderio le sue praecipue et dive bellecie lo inflammavano. Sempre più bella, più elegante, più venusta, più appetibile, et extremamente apta et praestabile d’amare, cum mirabile incremento de dolce piacere evidentemente monstrantise. Poscia sinceramente pensitava, si per aventura gli summi Dii persentiscono me desiderare et nephariamente appetere et praesumere gli devetati dilecti, forsi in questo sancto loco, et de tale persona ragionevolmente prohibiti, nonne come prophano ad me facilmente potrebbe advenire si como ad molti altri che hanno offeso impudentemente, le frede et infracte ire iustamente usate ad Isione audace et confidentissimo? Et per el simigliante