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Pucino, o vero Pictano, per havere de costei perpetua spectatione. Et retro essa sequendo cum el palpitante (et d’amore inquieto) core, più quassabondo che Sisura avicula, et non per altro modo che la timida pecora dal rapace lupo portata per la morsicata gula. Quivi fervidamente tacto di piacevoli ardori, paulatini vegetantese incominciorono di riscaldare et succendere la frigida paura et l’alterato calore ad uno amore sincero dispositivamente adaptare. Et già quasi superato et vincto non mediocremente da incentivo et interno appetito tra me taciturnulo cogitando, variamente altercava, o foelicissimo sopra qualunche amatore chi dell’amore de questa fosse se, non in tutto, almeno alquanto participevole copulato. Dopo ad gli mei improbi desii improbando opponeva dicente, o me a pena mi se darebbe ad credere, che tale Nymphe cum gli impari et terrestri, de tutte cose ad esse dissimili se dignasseron. Ma senza haesitare, questa è digna de gli stricti amplexi degli dii superni, et quelli spogliantise delle divine forme tramutati et personati trahere dagli alti coeli al suo dilectoso amore. Dall’altra parte io me consolava, che io offerentili l’alma mia amorosa (altro più digno munere non havendo) quantunque diva, forsa non la desprecerae. Quale Artaxerxe Re degli Persi, l’aqua nelle mane praesentata a bevere se inclinoe. Et per questo cum tepidi sospiri sentiv’io agitare et grandemente commovere l’intime parte del invaso pecto mio. Il quale ad tale ministerio volentieri adaptavase, et più agevole se praeparava ad accenderse, che ad gli soffianti Euri el sicco harundineto, postogli la piccola scintilla, che nel principio se comincia impetuosamente impigliarse multiplicando tutto poscia s’accende. Per questa similitudine uberrimamente experiva uno incremento d’una piacevola et domestica flammicella dilatarsene nel praeparato subiecto, cusì factamente che gli amorosi risguardi di essa mi erano hogimai perniciose et mortale percussure, come corrusco tonitro negli validi roburi cum repente impeto disserpando sfinde, et già non audeva di guardare gli sui lucidi ochii, imperoché qualunque fiata riguardantila (violentato dall’incredibile bellecia del suo gratissimo aspecto) et per aventura gli sui radiosi ochii se havesseron cum gli mei mutuamente ricontrato, per alquanta mora tutte cose ad me pariano geminate, prima che degli mei ochii el vacilante connivare, et pristino lume se ristorasse. Per la cagione di tutte queste cose, manubio et spolio et vincto totalmente era disposito allhora cum il pugno apprehendere delle fresche herbule, et ad essa offerendole supplice dire. Herbam do. Advegnia che già cum la mente tacito el confirmasse, et consignatoli libero adito et ampia apertione de l’anima mia deputata. Subito diciò el caldo pecto humilmente