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producta, et per omni lato è una, et di qualunque figura è primario stabilimento, et in omni basi constante et permansura. La circulare superapposita è immune di principio, et di finimento. Nella planitie circunferita dilla quale, quelli tre liniamenti sono contenti, all’aspecto directe di ciascuna imagine, secondo la sua proprietate attributo. Il Sole cum iocundissima luce, poté omni cosa, et la natura sua ad dio se attribuisse. La secunda è il Temone, che il provido governo exprime del universo, cum infinita sapientia. Il tertio è il vaso igneo, sento diciò una partecipatione d’amore. Et benché distincte siano le tre imagine, tamen è una cosa inseme complexa, et singularmente amplexada et sempiternalmente in uno connexe, benignamente il suo bene communicabile, come poi rimare per le copie ad gli cubiti della figura existente. Et continuando la fatiloquia Logistica consequente dixe. Alla imagine del Sole, nota questa parola graeca, ADIEGETOS Ad quella del Temone, specula quello notato graeco, ADIACHORISTOS. Ad quella del foco inscalpto era, ADIEREUNES. Dunque per tali effecti, subsidendo subiecti sono poscia quelli tre animali al Obelisco aureo sopra incubante, che sono di tale figure tre maxime et celebre opinione. Et cusì come la humana effigie praesta efficacemente all’altre, cusì né più né meno l’opinato. In la Pyra sono tre lati plani liniati di tre circuli uno per singulo tempo significanti. Praeterito, praesente, et futuro. Intendi che niuna altra figura poté continere quelli tre circuii, se non in quella invariabili. Et niuno degli mortali cernere poté perfectamente né videre inseme dui lati della dicta figura, salvo uno integramente, che è il praesente. Et però sapientissimamente furono quelli tre charactere impresse, OON Per la quale cosa Poliphile, non me accusando prolixa, ma expeditissima di rectarte in tale narrato. Sapi che la prima basiale figura è solo ad sé cognita, et ad uno tanto humano et diaphana, ma ad nui non total chiarecia. Poscia colui che di ingegno è dotato, ascende sopra, et solertemente considera della figura il suo coloramento. Indagando più alla tertia figura ascendeno, la quale di sua coloratione è obscura et obstrusa in quelle tre imagine d’oro, et circumvallata. Ultimo più sopra scandendo, considerano una figura in trino aspecto, et d’indi quanto più al praeacuto gracilamento contemplabondi saliscono, et quivi quantunque instructissimi, non hano però altro acquisito, che el se vide, che questo è, ma che cosa sia, restano inscii, invalidi, et imbecilli. Havendo quivi Logistica praestantemente gli probatissimi praecepti cum absolutissima cognitione deprompti, cum sagace solertia, dal effusissimo gremio della natura divina decerpti. Io incominciai