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tanta collustratione, che omni obiecto proprio aemulavano. Quivi sotto solatiosamente sedendo alquanto la facetissima Thelemia la lyra tolse, che seco portava, cum caelica melodia, et inaudita suavitate Edyepea incominciò a cantare, l’origine di tante delitie et lo imperio della sua Regina, et di quanto decoramento egli era la dolce comitiva della sua consorte Logistica miravegliandome perché Apoline quivi ascoltabondo non venisse, tanta era excessiva la harmonia prolata di costei. Diqué altro al praesente desideratissimo non harei unquantulo appretiato. Dopo dicto il divo poema subito la Theophilia Logistica per la mano prehendentime, del praesente loco fora me conduxe, Poliphile dicendo. Voglio che tu sapi, essere di maiore oblectamento allo intellecto le cose obiective, che ad gli sensi tanto. Per questo, intramo quivi a satisfare alle due receptibile operatione. La quale cum praeclarissimo comitato vicino ad questo viridario introdussime in uno altro, ove mirai uno arcuato areostylo, dal Area fina al supremo inflexo, passi cinque alti, et tre in hiato, tutto lateritio, cum Symmetriato displuvio, o vero laxamento, in gyro continuo, tutto bellissimamente investito di verdigiante edera et contecto, non apparendo minimo vestigio murale, et erano cento Archi, concludevano uno Pomerio floridante. Per singulo dunque degli Archi, era situata una Ara di rubente Porphyro optimamente liniata. Et in qualunque superassideva una statua aurea di Nympha cum divo effigiato, cum habito variante, et lo ornato del capo, et di acto, ciascuna riverente verso il mediano centro di questo viridario. In questo medio centrico mysteriosamente era fundata una basi di diaphano Calcedonio in forma cubica. Et sopra questo nel quadratile contento stava collocato una rotundatione, dui pedi alta, et di diametro passo uno et semi, di rubicundissimo diaspro. Superassideva poscia ad questo uno Triangulo, per il capto della subiecta figura, di altitudine passo uno et semi, di nigerrima petra. Gli anguli del quale Trigono, extendevano al limbo del subiacente Plyntho. Nella perpolita et expedita fronte di ciascuna, appacta era una spectatissima imagine nell’aspecto diva, grave, et veneranda, cum gli pedi sopra lo immune della figura Trigonia del suppresso rotundo, di procera statura, quanto la nigerrima petra, alla quale cum il dorso adhaerivano, cum gli brachii extensi levorso et dextrorso ad gli anguli, contenivano una copia stipata negli hebetati, o vero decacuminati anguli affixa la mutilatione degli diti aequata uno pede et sextante, di oro purissimo. Le copie, lori, et statue praefulgevano, cum le mane invilupate degli vaganti et varicosi lori. Per la planitie della petra volanti. Et cum habito Nympheo, non humana, ma diva operatura. Et per tanto